Il Tirreno

Livorno

Arrestati in due per il supercolpo all’ottica Giachi

Arrestati in due per il supercolpo all’ottica Giachi

A volto scoperto portarono via 300 occhiali per 24mila euro Immortalati dalle telecamere erano gli autori di altri furti

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LIVORNO. Erano entrati nell’ottica Giachi, nel centro commerciale Marilia di via Puini, forzando la porta all’alba del 3 settembre. Una volta dentro, nel giro di pochissimo tempo, avevano svaligiato il negozio, portandosi via 300 occhiali da vista e da sole, per un bottino complessivo di circa 24 mila euro.

Un colpo perfetto, portato avanti in maniera assolutamente professionale, se non per un dettaglio: non avevano coperto i volti, che sono stati immortalati dalle videocamere di sorveglianza a circuito chiuso del centro commerciale. Questo aveva permesso ai carabinieri di iniziare le indagini, che mercoledì hanno portato alla loro individuazione e all’arresto in una palazzina nella periferia di Bologna.

Boris Kulumina, sloveno di 46 anni, e Jelenko Pijevac, bosniaco di 48, si trovano in carcere dopo che i militari dell’Arma li hanno rintracciati e riconosciuti grazie mesi di indagini. Entrambi sono già noti alle forze dell’ordine e senza fissa dimora e, al momento dell’arresto, erano in possesso di documenti falsi.

Quello all’ottica Giachi non è il loro unico colpo. Secondo i carabinieri che hanno condotto le indagini, i due sarebbero ricollegabili ad altri sei furti, di cui quattro portati a segno in Toscana. Colpi portati avanti senza un target preciso di riferimento, ma con una costante: ogni volta, il bottino valeva migliaia di euro. A Livorno, oltre a svuotare l’ottica Giachi, hanno rubato una Golf.

A inizio ottobre, a San Giovanni alla Vena, avevano rubato 45 chitarre elettriche in 44 secondi dai Magazzini della musica, prima di scappare con un bottino da oltre 78 mila euro.

Il 27 agosto, pochi giorni prima del furto all’ottica Giachi, avevano già rubato 260 paia di occhiali, del valore di oltre 30 mila euro, dall’ottica Centro visione di Camaiore. A Rosignano, invece, hanno rubato sei motori marini da 50 mila euro.

Tutti prodotti che la banda vendeva poi nei mercati neri dell’Est Europa, rendendo di fatto impossibile recuperare la refurtiva. Con loro, è stato denunciato a piede libero un terzo elemento di quella che i carabinieri considerano una vera e propria banda: si tratta di un ventenne bosniaco. Il reato ipotizzato, per tutti e tre, è quello di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti.

Le indagini dei carabinieri, ora, proseguono: l’ipotesi è che la banda fosse composta da più persone e ad alcune va ancora data un’identità. I militari stanno anche cercando di capire se è possibile ricollegare le persone arrestate e i loro eventuali complici ad altri furti commessi a Livorno, in Toscana o in Italia.

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