In aula
Lavoro: «I supermercati aperti per Natale» e scoppia la guerra
A Carrara quattro punti vendita Conad annunciano l’apertura. Rivolta dei dipendenti, ma alla fine arriva il dietrofront dell'azienda
CARRARA. A prima vista sembrerà antistorico, ma in questo mondo sempre più liberalizzato c’è un muro che resiste: il mondo dello shopping per ora non riesce ad intaccare la “sacralità” del Natale, un’impresa evidentemente ardua perfino per i colossi della grande e media distribuzione. Coop, Esselunga, Carrefour e Panorama-Pam, in Toscana hanno deciso di non aprire il 25 dicembre. Quattro supermercati Conad invece ci hanno provato, ma sono stati costretti alla ritirata.
I quattro che hanno provato a infrangere il tabù natalizio sono punti vendita Conad a cavallo tra la Toscana e la Liguria, quelli di Bonascola, Castelnuovo Magra, Lerici e Carrara (anche se sembra che per quest’ultima si parlasse solo del giorno di Santo Stefano). È bastato che esponessero in bacheca l’orario di apertura per la prossima settimana, calendario in cui era compreso il turno della mattina di Natale, per scatenare una protesta senza precedenti. Dopo il presidio e il volantinaggio di sabato 20, però, c’è stata la retromarcia. «Natale è un giorno sacro - ha spiegato dalla sede centrale di Pistoia l’aministratore delegato di Conad del Tirreno Ugo Baldi - per questo nessuno dei nostri negozi resterà aperto».
Una guerra periodica. Insomma, puntuale come l'albero decorato e il presepe, scoppia di nuovo la guerra delle aperture dei negozi nei giorni caldi. Ed anche se stavolta potrebbe essere l’ultima, visto che sui tavoli del Parlamento è in discussione una legge e ad hoc per blindare le festività più importanti (ne parliamo a parte), si riapre il dibattito. Un dibattito che coinvolge il sindacato ma anche tantissime persone comuni come dimostrano le centinaia di commenti postati sulla pagina Facebook del Tirreno, e pure esponenti religiosi. Al presidio di ieri a Bonascola, davanti all’ingresso della Conad del centro commerciale La Perla, erano presenti anche il parroco don Piero Albanesi e il delegato della Curia di Massa Carrara per le politiche del lavoro Fausto Vannucci.
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[[atex:gelocal:il-tirreno:regione:toscana:1.10538576:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/toscana/2014/12/21/news/l-opinione-ma-basta-avere-un-frigorifero-1.10538576]][[atex:gelocal:il-tirreno:regione:toscana:1.10538588:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/toscana/2014/12/21/news/l-opionione-per-favore-niente-ipocrisia-1.10538588]]Sciopero come paracadute. In questo quadro, i maggiori sindacati del commercio tornano comunque, per il terzo anno consecutivo, a dichiarare uno sciopero-paracadute per coprire eventuali rifiuti ai diktat dei gestori dei punti di vendita con un’azione di tipo sindacale. «Per quello che ci risulta non ci dovrebbero essere in linea di massima casi di aperture natalizie, cioè le eventuali sorprese dovrebbero essere davvero poche e legate al mondo dei discount - sottolinea Cinzia Bernardini, segretario generale toscano della Filcams, il sindacato dei lavoratori del comercio aderente alla Cgil -. Insieme a Fisascat Cisl e UilTucs Uil abbiamo indetto questa azione che, voglio sottolineare, andrà comunque a scapito dei lavoratori che perderanno lo stipendio di una giornata. Si tratta, come è evidente, di un sacrificio importante che dimostra quante persone siano attaccate a certe festività e che siano pronte anche a rimetterci per di trascorerre queste giornate con le rispettive famiglie». «Per questo - conclude la sindacalista - speriamo nell’approvazione rapida della legge attualmente in discussione al Parlamento e che prevede l’obbligo di chiusura in dodici festività, ovviamente Natale compreso, con la sola possibilità di sei deroghe, cioè di altrettante giornate sostituibili con chiusure domenicali. In sostanza, una correzione alla completa liberalizzazione decretata dal governo Monti e che, come è stato dimostrato, non ha prodotto un solo posto di lavoro in più».
Effetto domino. Tornando al caso dei negozi Conad sul confine tra Toscana e Liguria, una delle paure è proprio quella dell’effetto domino, cioè del trascinamento nei confronti di altre, importanti insegne della grande distribuzione. Della serie: se apre Conad, apriamo anche noi. «Sappiamo tutti che lo sciopero è un’arma spuntata - aggiunge Stefano Nicoli della Filcams Cgil di Massa Carrara - perché in questo settore ci sono lavoratori ricattabili che non possono sottrarsi a una chiamata anche per Natale. Però noi ci mobilitiamo, per dire a tutti che bisogna rispettare i diritti dei lavoratori, compreso quello di passare le feste con i loro cari».
All’estero? Ma fuori dai confini italiani che cosa succede? Generalmente, e stiamo parlando delle grandi metropoli europee come Londra e Parigi, il Natale viene assolutamente rispettato, mentre per Santo Stefano, come nel caso della capitale della Gran Bretagna, lo shopping può essere frenetico. Un interessante eccezione è il futuristico Apple Store sulla Quinta Strada a New York. Lì in quel cubo di vetro completamente trasparente, non ci sono problemi: semplicemente è aperto 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.
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