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La tragedia

Livorno, muore a 51 anni schiacciata con lo scooter fra due auto: chi è la vittima e la dinamica

di Stefano Taglione
Livorno, muore a 51 anni schiacciata con lo scooter fra due auto: chi è la vittima e la dinamica

Lo scontro in via Mondolfi: la donna è stata soccorsa da due ambulanze e portata nella shock room del pronto soccorso. Poi la tragedia: lascia una figlia

25 febbraio 2024
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LIVORNO. Con il suo scooter è rimasta schiacciata fra due auto. Morendo praticamente sul colpo, dato che nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione ha raggiunto l’ospedale in arresto cardiaco.

Tragedia in via Mondolfi, dove poco dopo le 17 di domenica 25 febbraio ha perso la vita la livornese Orietta Nocchi, 51 anni, ex donna delle pulizie cresciuta nel quartiere di Salviano ma, da anni, residente a Colline, in via Badaloni. Nulla, purtroppo, hanno potuto fare prima i volontari della Svs, giunti per i soccorsi con due ambulanze, poi i sanitari del pronto soccorso, che hanno tentato per diverse decine di minuti la rianimazione nella shock room. Arrendendosi, purtroppo, solo quando ogni speranza di riportarla in vita era preclusa.

La dinamica

Secondo una prima ricostruzione Nocchi stava viaggiando col suo motorino – un’Aprilia Scarabeo – da Antignano verso Ardenza, quando all’altezza della cioccolateria Giovannini, 50 metri prima della pasticceria Magrì, un’auto (una Kia) avrebbe invaso la sua corsia di marcia, investendola in pieno e scaraventandola contro una seconda macchina, una Jeep Renegade bianca. Le immagini dell’incidente appaiono terribili: si vede, infatti, lo scooter incastrato fra i due mezzi, con i due paraurti di fatto attaccati, mentre la vittima sarebbe stata sbalzata a destra, dalla parte del canneto, quasi fuori dalla carreggiata.

Soccorsi immediati

È lì che i volontari della Svs di Ardenza prima, e poi i colleghi con il medico del 118 giunti sull’ambulanza dalla sede di via San Giovanni, l’hanno soccorsa. In primis, a cercare di capire se potessero aiutarla, ci hanno pensato alcuni ragazzi che transitavano in auto, ma l’arrivo dei mezzi di emergenza è stato rapidissimo e i soccorritori hanno fatto tutto il possibile per strapparla alla morte, avviando le manovre rianimatorie immediatamente e cercando di fare il possibile per portarla viva in ospedale. All’arrivo al pronto soccorso, in arresto cardiaco, i medici e gli infermieri hanno continuato il lavoro senza sosta iniziato dai volontari e dal dottore dell’Asl, ma purtroppo hanno presto dovuto dichiararne il decesso, con la polizia municipale che ha informato la procura.

«Detriti ovunque»

«Abbiamo sentito una botta pazzesca e visto volare ovunque i detriti». Una scena terribile, quella a cui hanno assistito i testimoni, fra cui alcune persone che si trovavano all’esterno della cioccolateria Giovannini, che si trova proprio di fronte al luogo dell’incidente. «Il bauletto dello Scarabeo – racconta una donna – è volato a metri di distanza, quasi non si vedeva più. Alcuni ragazzi sono scesi dalle auto per soccorrere la donna, ma l’ambulanza è arrivata subito. I sanitari sono stati qua un bel po’, hanno fatto il possibile per salvarle la vita, poi si sono diretti verso l’ospedale». Dopo l’incidente si è creato un capannello di persone, con i vigili che hanno iniziato i rilievi bloccando il traffico. Una lunga coda, infatti, ha fermato via Mondolfi e aree limitrofe, con i mezzi che sono stati rimossi solo in serata. Per fortuna, le condizioni di salute degli altri automobilisti, non sono gravi.

La prima ipotesi

Alla guida della Kia, che avrebbe invaso la corsia di marcia opposta e viaggiava in direzione sud, ci sarebbe stato un sessantenne. L’ipotesi più accreditata, comunque ancora al vaglio degli inquirenti, è che abbia avuto un malore o un colpo di sonno, non accorgendosi dell’invasione. Chi era alla guida del Renegade (diretto verso Ardenza, come la scooterista) non avrebbe potuto far niente per evitare l’impatto, così come Orietta, che non avrebbe avuto il tempo di sterzare e accorgersi di nulla. E che ora lascia la figlia Ilaria e le due nipotine che tanto amava: erano le sue ragioni di vita. 

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