Terremoto nell’alta moda: lavoratori sfruttati – L’inchiesta e tutti i marchi coinvolti
Sono decine i documenti che la Direzione distrettuale antimafia intende acquisire spontaneamente dalle aziende
Ci sono i 9 operai sfruttati nella filiera di Missoni spa trovati dai carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro di Milano in un accesso ispettivo del 6 agosto 2025 nell'opificio cinese New Moda di Wen Yongmei. O gli altri 9 per Off White Operating, così come 11 per Adidas «sottoposti a sfruttamento», altrettanti per Yves Saint Laurent Manifatture srl scoperti il 20 novembre 2025 nella Bag Group srl (fornitore anche Tod's).
I numeri più elevati del presunto caporalato
Le cifre più elevate del presunto caporalato nell'alta moda e il made in Italy dell'ultima “operazione” della procura di Milano sono i 36 lavoratori di «etnia cinese in condizioni di pesante sfruttamento» per Dolce & Gabbana, i 27 di Ferragamo individuati a lavorare su «capi di abbigliamento» dello storico marchio, i 19 per Alexander Mcqueen, stessa cifra per Givenchy Italia srl, 17 per Versace, 12 negli appalti di Guccio Gucci, 11 per Pinko attraverso la Cris Conf spa, 11 per Prada, e ancora 11 per Coccinelle spa.
L’allarme della Procura
Numeri, parziali, ma che per il pm Paolo Storari sono un campanello d'allarme che rendono «necessario appurare il grado di coinvolgimento» dei brand e delle società madri si legge nelle 13 «richieste di consegna» atti.
Documenti richiesti dagli inquirenti
Sono decine i documenti che la Direzione distrettuale antimafia intende acquisire spontaneamente dalle aziende senza forzare la mano con decreti di perquisizione o contestazioni in base alla legge 231. Tra questi ci sono le visure camerali delle società che compongono i gruppi, i bilanci, finanziari e sociali, verbali del cda e collegi sindacali, elenchi di fornitori e subfornitori di materie prime strategiche e di produzione con descrizione della tipologia di fornitura e del fatturato degli ultimi tre anni suddiviso per anno, con indicazione, per ciascuno, della «percentuale rispetto ai volumi complessivamente acquistati».
Contratti e audit
Gli inquirenti ritengono necessario avere anche «copia dei contratti sottoscritti con le imprese» fornitrici, eventuali «esiti delle attività di audit condotte» e «azioni rimediali intraprese».
