Il Tirreno

A Palmoli, in Abruzzo, una famiglia anglosassone è finita al centro dell’attenzione pubblica a causa delle condizioni di vita dei tre figli.

I figli “felici” nel bosco

I genitori, lei australiana e lui britannico, hanno scelto di vivere in un casolare isolato tra i boschi, senza allacciamenti a gas, acqua ed elettricità, affidandosi a pannelli solari, a un pozzo e a un camino per le necessità quotidiane. I bambini – una bambina di otto anni e due gemelli di sei – non frequentano la scuola tradizionale, ma seguono un percorso di istruzione domestica con l’aiuto di una maestra privata.

La maxi mobilitazione

La vicenda ha suscitato grande risonanza mediatica e un’ondata di solidarietà, con migliaia di firme raccolte tramite una petizione online a favore della famiglia, sostenendo che i bambini «vivano serenamente e non siano a rischio». I genitori hanno presentato testimonianze scritte e spiegazioni dettagliate, sottolineando che i figli crescono in un ambiente sicuro, ordinato e stimolante, con frequenti contatti con la comunità locale e attività sociali regolari.

La decisione del tribunale

Le autorità hanno avviato accertamenti dopo un episodio di intossicazione da funghi che ha coinvolto la famiglia, sollevando dubbi sulle condizioni abitative e sull’assenza di servizi essenziali. È stata quindi attivata una procedura che potrebbe portare alla sospensione della patria potestà. Il Tribunale per i Minori dovrà decidere entro fine novembre se imporre miglioramenti igienico-sanitari o, in alternativa, valutare l’allontanamento dei bambini.

Intanto, la mobilitazione a sostegno della famiglia continua a crescere, con molti cittadini che chiedono il rispetto della libertà educativa e dello stile di vita scelto dai genitori.