Flotilla, Crosetto: «Inviata anche seconda nave. Non siamo in grado di garantire sicurezza fuori da acque internazionali»
Il ministro della Difesa è intervenuto alla Camera dopo gli attacchi alla Global Sumud Flotilla chiedendo di capire la situazione
ROMA. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo oggi – 25 settembre – alla Camera per un’informativa urgente, ha chiesto alla Global Sumud Flotilla di capire che la situazione rispetto alla missione che si sono dati è «preoccupante» e che l’Italia, come qualsiasi altra nazione al mondo, non sarebbe in grado di garantire la loro sicurezza se entrassero in acque israeliane.
«Accettate proposte Cei e Governo»
Pertanto, il ministro ha chiesto di accettare le proposte della Cei e del governo di trasferire loro gli aiuti per consegnarli alla popolazione di Gaza. Il compito del governo, ha detto Crosetto, «è di far sì che non accada nulla di male a nessuno delle persone che sono (sulle navi), indipendentemente dalle idee e dalle contrapposizioni politiche. Non è nostro interesse in questo momento giudicare le contrapposizioni politiche. È far sì che arrivino gli aiuti a Gaza, ed è un interesse di tutti, e far sì che nessun cittadino, italiano o non italiano, abbia conseguenze da quella che è stata soltanto un’azione che non aveva scopo di riportare del male a nessuno».
«Clima preoccupante»
Ma – ha aggiunto – «vi assicuro che il clima è preoccupante. E voglio usare questo momento per trasmettere a tutti quelli che sono a bordo di quelle navi, anche attraverso quelli di voi che con loro parlano, di capire che il clima è preoccupante. E noi non siamo in grado, una volta usciti dalle acque internazionali e rientrati nelle acque di un altro Stato, di garantire la sicurezza. Né noi né nessun altro paese del mondo».
Crosetto ha chiarito che, laddove l’ingresso delle navi della Flotilla nelle acque «di un altro Paese», in questo caso Israele, possa essere inteso come un «atto ostile», per quanto la capacità italiana e di pressione sia «costante, frequente, continua», deve essere messa «in previsione» qualsiasi conseguenza. «Noi dobbiamo evitarla in qualunque modo e a qualunque costo – ha aggiunto Crosetto – Per cui io consiglio, e spero che tutti noi spingiamo, affinché venga accettata la soluzione di portare questi aiuti a Cipro e attraverso l'intervento della CEI e del governo italiano farà arrivare questi aiuti a Ganza. Sarebbe ottenuto il risultato di portare aiuti a chi ne ha bisogno e non avremmo conseguenze negative per nessuno».
La seconda nave
Una seconda nave della Marina militare italiana, la fregata lanciamissili Alpino, verrà inviata in eventuale soccorso e protezione della Global Sumud Flotilla, la carovana navale internazionale con a bordo anche molti italiani che porta aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Lo ha annunciato ancora il ministro della Difesa nell’informativa sugli attacchi avvenuti nella notte tra il 23 e il 24 settembre contro le navi civili. «Quello che abbiamo potuto fare era di inviare una nave in questo momento, alla quale si aggiungerà un’altra nave, Alpino, che è già partita e che dispone di altre capacità, casomai servissero, ma non è nostra intenzione muovere le navi militari per porre guerra a un paese amico», ha affermato.
«Noi siamo lì a tutelare i cittadini italiani come lo siamo stati, come lo sono le navi della Marina militare quando ci sono situazioni di pericolo nel Mar libico per i pescatori italiani quando si avvicinano troppo alla costa libica. È lo stesso meccanismo di tutela che parte e che parte sempre. Ma il nostro obiettivo adesso deve essere un altro, prendere atto e far capire i rischi che si possono correre, che possono correre indipendentemente dal fatto che stiano andando a fare del bene», ha continuato Crosetto. «Ma la possibilità di reazione una volta che saranno al di fuori delle acque internazionali e entreranno nelle acque di un altro Stato che considera quest’operazione della Flottiglia quasi un atto ostile. E allora ci stiamo muovendo, ci eravamo già mossi nei giorni scorsi, avendo e avevamo convinto il governo israeliano di dare una base in cui i beni avrebbero potuto essere scaricati, è stato rifiutato dai rappresentanti della Flottiglia», ha segnalato il ministro. «C’è un altro tentativo adesso di coinvolgere Cipro con la CEI, con la Chiesa, in modo tale che gli aiuti siano dati alla Chiesa sia la Chiesa a trasferirli a Gaza. Ringrazio il ministro (degli esteri) Antonio Tajani per l’attività che sta conducendo da giorni da questo punto di vista. L’obiettivo è quello di aiutare a far arrivare gli aiuti a chi ne ha bisogno e contestualmente tutelare ognuna delle persone che sono a bordo della Sumud Flotilla. Questo è quello che ci siamo imposti, questo è il modo con cui ci siamo mossi e con cui ci muoveremo anche nelle prossime ore».