Il Tirreno

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Il racconto choc

Firenze, aggredito l’ex sindaco Calamandrei in centro: “Mi ha preso a seggiolate. L’ho denunciato e lui è tornato libero dopo un’ora”

Firenze, aggredito l’ex sindaco Calamandrei in centro: “Mi ha preso a seggiolate. L’ho denunciato e lui è tornato libero dopo un’ora”

L’ex primo cittadino dem di Impruneta, residente in centro e attivo contro malamovida e insicurezza, è stato colpito con una sedia dopo aver chiamato il 112

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FIRENZE Sera, poco dopo le 21,30, nel cuore di Firenze. In via Martelli, a due passi dal Duomo, Alessio Calamandrei, ex sindaco dem di Impruneta e oggi residente del centro storico, è seduto a un tavolino con gli amici. Da anni denuncia la malamovida e l’insicurezza che, dice, hanno trasformato il salotto rinascimentale della città in un luogo fuori controllo.

«Esco con amici per un aperitivo, pieno centro (via Martelli), mentre stiamo parlando del più e del meno un “umano” tira una bottiglia di birra contro il portone della chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi». Il vetro esplode in mille pezzi. L’uomo non si ferma: rovescia due pesanti cestini dell’immondizia in mezzo alla strada, urla frasi sconnesse e continua a camminare. «Pesano un quintale l’uno, li rovescia in mezzo di strada, inveendo contro non so chi o cosa, e proseguendo la sua strada».

Calamandrei prende il telefono, chiama il 112, lo segue a distanza e racconta i movimenti all’operatore. Ma l’uomo se ne accorge, si gira, lo affronta. Prima le offese, poi la violenza: afferra una sedia da un tavolino di Eataly e colpisce l’ex sindaco con più seggiolate, sulla schiena e sul gomito. «Il tizio insospettito si gira e mi viene incontro, e inizia ad infamare, parte l’alterco. Sempre mentre sono al telefono col 112, mi prende a seggiolate», racconta in un post indignato l’ex sindaco.

Arrivano due volanti. Una perquisisce l’aggressore e lo porta via, l’altra raccoglie documenti e testimonianze. Sembra finita. Invece no. Dopo meno di un’ora il presunto autore della violenza è di nuovo libero, «fotografia inviata dall’amico barista dove stavamo facendo l’aperitivo – racconta Calamandrei –, a godersi il primo frescolino autunnale, e io al pronto soccorso di Santa Maria Nuova con un gomito che sembra un pallone, dove passerò (visto l’afflusso di gente), buona parte di questa nottata. In questo sistema, volenti o nolenti, qualcosa non sta funzionando».

Al pronto soccorso Calamandrei resta tutta la notte, fino alle cinque del mattino. Attende sette ore e mezzo per la radiografia. «Non è possibile – dice –. Io faccio il mio dovere di cittadino, mi espongo, denuncio, e il risultato è che resto pieno di lividi e rabbia, mentre lui è già fuori. La prossima volta o tiro io due destri subito, o mi giro dall’altra parte».

Lo sconforto è palpabile. Le parole dell’ex sindaco raccontano un centro storico che appare senza regole, fragile, esposto a risse e danneggiamenti. «Qualcosa non funziona – aggiunge –. Non puoi chiedere ai cittadini di fare la loro parte e poi abbandonarli così».

Eppure, in questa serata di violenza e frustrazione, resta uno spiraglio. «Ps: Unica nota positiva: quattro ragazzetti – chiosa Calamandrei –, passando davanti ai cestini rovesciati, in quattro, li hanno ritirati su, senza domande, continuando a parlare fra loro, come fosse un gesto dovuto. Abbiamo ancora un po’ di speranza. Forse».

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