Tre morti in un mese dopo la puntura di calabrone: i segnali pericolosi dopo il “morso” e come salvarsi
Un caso a Bologna, uno in Sardegna e un altro nelle Marche: tutto quello che c’è da sapere se si vieni punti
Tre vite spezzate in poche settimane, tutte per lo stesso motivo: una puntura di calabrone. Un evento raro, ma che si è ripetuto per tre volte in Italia nel solo mese di agosto, richiamando l’attenzione su un pericolo sottovalutato: lo choc anafilattico da puntura di insetti imenotteri.
I tre episodi — avvenuti a Monterenzio (Bologna), Orosei (Sardegna) e durante una cena in famiglia nel giorno di Ferragosto, a San Benedetto del Tronto, la vittima è Emidio Leonetti, professore in pensione — hanno acceso l’interesse dell’opinione pubblica per la loro dinamica simile, ma soprattutto per l’esito fatale.
Tre casi in pochi giorni
Il primo a perdere la vita è stato Alessandro Bologna, 60 anni, titolare di un B&B sulle colline bolognesi. Era stato punto da un calabrone già una volta, otto anni fa, ma anche questa volta la reazione è stata violenta e fulminea. Ricoverato il 6 agosto in rianimazione all’ospedale Maggiore, è morto dopo giorni di agonia. Il secondo caso si è verificato a Orosei, in Sardegna: la vittima è un operaio di 50 anni, Davide Mameli, punto sulla spiaggia di Osala. Il terzo decesso è avvenuto il 15 agosto, quando un uomo di 69, Emidio Leonetti, anni è stato punto mentre si trovava a cena con i familiari. In tutti e tre i casi la causa è stata la stessa: una violenta reazione allergica al veleno dell’insetto.
Il calabrone non è sempre letale
Non tutte le punture di calabrone portano a queste conseguenze. A fare la differenza non è tanto la pericolosità dell’insetto in sé, quanto la reazione del corpo umano al suo veleno. Il calabrone europeo (Vespa crabro) è il più grande vespide autoctono d’Europa. Può raggiungere i 3,5 cm di lunghezza e ha un corpo massiccio con colorazione marrone-rossastra e bande gialle. Contrariamente alla credenza comune, non è un animale aggressivo: tende ad attaccare solo se si sente minacciato o disturbato. A differenza delle api, i calabroni possono pungere più volte, senza morire. Ogni puntura rilascia un veleno potenzialmente tossico, in grado di provocare reazioni allergiche gravi o letali nei soggetti sensibili.
Cos'è lo choc anafilattico
Il vero pericolo, come dimostrano i casi recenti, è lo choc anafilattico: una reazione immunitaria estrema che coinvolge tutto l’organismo. I sintomi possono manifestarsi rapidamente o anche dopo diversi minuti dalla puntura, rendendo fondamentale il riconoscimento precoce e l'intervento immediato.
I segnali da non ignorare
- Gonfiore diffuso, prurito esteso, eruzioni cutanee
- Difficoltà respiratorie o sensazione di costrizione alla gola
- Nausea, vomito, crampi addominali
- Svenimenti, abbassamento della pressione, confusione
Se compaiono questi sintomi, è necessario chiamare subito il 118 o recarsi al Pronto Soccorso. Il trattamento d'urgenza prevede la somministrazione di adrenalina, antistaminici e cortisonici. In alcuni casi è vitale avere con sé un auto-iniettore (EpiPen), soprattutto per soggetti già diagnosticati come allergici.