Danimarca, lo zoo chiede animali domestici “non desiderati” per nutrire tigri e leoni
Una pratica già in uso da anni riaccende il dibattito: il post su Facebook scatena reazioni contrastanti tra chi parla di crudeltà e chi la considera una soluzione sostenibile
In Danimarca si torna a discutere del rapporto tra strutture zoologiche, etica e catena alimentare. A scatenare il dibattito è stata una richiesta dello zoo di Aalborg, nel nord del Paese, che ha invitato i proprietari di animali domestici anziani o in cattive condizioni di salute a considerarne la donazione alla struttura, dove verrebbero soppressi per diventare nutrimento per leoni, tigri e altri carnivori.
Non si tratta di una pratica nuova: come confermato dalla vicedirettrice Pia Nielsen al Guardian, lo zoo accetta questo tipo di donazioni da anni, seguendo un approccio condiviso da altre strutture zoologiche danesi. Questa volta, però, la proposta ha fatto il giro del web dopo essere stata pubblicata direttamente sulla pagina Facebook dello zoo, raggiungendo migliaia di persone e suscitando reazioni molto contrastanti.
Polli, conigli, porcellini d’India (e cavalli)
Tra gli animali che possono essere donati ci sono conigli, porcellini d’India e polli, fino a un massimo di quattro esemplari per volta, nei giorni feriali dalle 10 alle 13. Ma l’elenco non si ferma qui: è possibile anche consegnare cavalli, purché rispettino specifici requisiti.
Per essere accettato, un cavallo deve possedere un passaporto equino, non superare i 147 cm al garrese ed essere privo di trattamenti veterinari nei 30 giorni precedenti. Gli animali devono arrivare vivi allo zoo, dove vengono soppressi da personale veterinario e macellati seguendo procedure standardizzate. I donatori ricevono anche un incentivo fiscale: 5 corone danesi (circa 67 centesimi di euro) al chilo.
Un esempio concreto
Tra le storie emerse, quella di Signe Flyvholm, residente ad Aalborg, ha trovato spazio sulle colonne del New York Times. Dopo aver letto l’annuncio, Flyvholm ha tentato di donare il proprio cavallo anziano, sofferente per una grave patologia degenerativa agli zoccoli. Tuttavia, l’animale superava i limiti di altezza previsti, e così la proprietaria ha scelto di destinarlo alla produzione di fertilizzanti o biocarburanti.
Un precedente controverso
Non è la prima volta che le pratiche degli zoo danesi fanno discutere. Nel 2014 lo zoo di Copenaghen fu al centro di una polemica internazionale per aver soppresso una giovane giraffa, Marius, in perfetta salute. La scelta, spiegò la direzione, fu dettata da ragioni genetiche: l’animale aveva un patrimonio troppo diffuso tra gli esemplari in cattività e farlo riprodurre avrebbe potuto aumentare i rischi di consanguineità. Anche in quel caso, il corpo fu utilizzato in parte per la ricerca scientifica e in parte per nutrire i carnivori della struttura.