Squid Game 3, ci siamo: cosa devi sapere prima di guardare le terza stagione della serie Netflix
Torna la saga carica di suspance: così una produzione coreana ha affascinato il mondo
A quasi quattro anni dal debutto che ha rivoluzionato l’universo delle serie TV, Squid Game arriva al suo epilogo con la terza stagione, disponibile su Netflix dal 27 giugno. Sei episodi in tutto, meno delle stagioni precedenti, ma con un'intensità narrativa che promette di lasciare il segno.
Gi-hun, No-eul e il gioco senza alleati
Il protagonista Gi-hun, alias giocatore 456, torna segnato dalla volontà di porre fine all’orrore. Ma i giochi ricominciano e si fanno ancora più spietati. L’atmosfera è cupa, carica di tensione, e i partecipanti non cercano più alleanze: ognuno lotta per sé. Spicca il personaggio di No-eul, il soldato 011, misterioso e affascinante, che porta avanti un piano segreto destinato a scuotere le fondamenta dell’intera organizzazione.
️Fuori dall’isola: l’indagine di Jun-ho
Nel frattempo, fuori dall’isola, Jun-ho continua a indagare. L’obiettivo è smascherare l’organizzazione dietro i giochi e scoprire la vera identità del capitano Park. Ad aiutarlo è Cho Woo-seok, il sicario tormentato da dubbi crescenti. Questa trama investigativa cresce episodio dopo episodio, aggiungendo una componente da thriller che tiene alta l’attenzione.
Crudezza senza filtri e simbolismo distopico
La terza stagione si distingue per una narrazione più oscura e violenta, in cui il concetto di “gioco” diventa metafora della società. Le dinamiche tra giocatori, organizzatori e VIP sfumano fino a diventare indistinguibili: la sete di denaro si sovrappone a quella di potere e intrattenimento, in una riflessione spietata sulla condizione umana.
Una distopia sempre più reale
Se le stagioni precedenti gettavano il seme della critica sociale, Squid Game 3 lo fa germogliare con forza. La serie si interroga su libero arbitrio, giustizia, scelte consapevoli e illusione democratica. E lo fa in modo diretto, esplicito, specchiandosi nella contemporaneità globale. Ambientata in Corea, ma con un linguaggio universale.
Il cast e le sue ombre
Nel cast ritroviamo Lee Jung-jae (Gi-hun), Lee Byung-hun (Front Man), Wi Ha-jun (Jun-ho), Park Gyu-young (No-eul) e altri volti noti della saga. Se da un lato la narrazione si fa più avvincente, dall’altro la caratterizzazione dei personaggi principali non evolve quanto ci si aspetterebbe. La vera rivelazione è No-eul: sfaccettata, potente, imprevedibile.
Il giudizio finale
Con colpi di scena ben calibrati, Squid Game si congeda mantenendo intatta la sua cifra stilistica: cruda, disturbante, potente. Qualche forzatura narrativa c’è, ma il messaggio politico e sociale resta forte. Un addio all’altezza delle aspettative, che conferma la serie come uno dei più importanti fenomeni culturali degli ultimi anni.