Follonica, padre e figlio (piccolo) rischiano di annegare: salvati dal bagnino. «Pensavo a uno scherzo, poi ho capito...»
Il racconto del giovane: «Questa è la prima volta che ho dovuto effettuare un salvataggio in mare»
FOLLONICA. Se la sono vista davvero brutta padre e figlio piccolo che nel pomeriggio di giovedì scorso, 26 giugno, intorno alle 17,30, hanno rischiato di annegare nel tratto di mare del Parco acquatico gonfiabili GeoMare davanti alla Colonia Marina a Follonica.
La ricostruzione
L’uomo e il figlio, in evidente difficoltà, sono stati tratti in salvo con tempismo e freddezza dall’assistente bagnanti Alessio Guidotti. «Mentre stavo vigilando il parco ho sentito la voce di un uomo che chiedeva aiuto – racconta Guidotti – Inizialmente non gli ho dato molto peso, credendo a uno dei soliti scherzi che spesso fanno i ragazzini facendo finta di annegare. Mi sono bastati però pochissimi secondi per capire che non si trattava di un gioco quando l’uomo ha cominciato a gridare “non è uno scherzo”. Li è scattato il campanello d’allarme e mi sono buttato in acqua dirigendomi verso di loro. L’uomo aveva crampi alle gambe, non riusciva a stare a galla, allora con la manovra sono riuscito a sollevarlo e a tenerlo in superficie».
Il racconto
Mentre Guidotti trasportava lui, «ho dato la mano al bambino e sono riuscito a portarli entrambi verso la riva. Un punto fondamentale – prosegue l’assistente bagnanti – è stato quando il genitore, accortosi che stava annegando, ha cercato di spingere il figlio lontano da se per il timore di trascinarlo giù». In quel punto c’erano circa due metri e mezzo d’acqua e una volta a riva l’uomo è stato fatto distendere da Guidotti, che gli ha dato zucchero e sale per farlo riprendere. Questo è il secondo anno che Alessio è impegnato come bagnino, ma è la prima volta che ha dovuto effettuare un salvataggio in mare.
Il precedente
«La scorsa estate – spiega – sono dovuto intervenire per una signora che si era sentita male sul bagnasciuga ma in quel caso tutto si risolse in pochi minuti. Diciamo che questo è stato il mio primo vero salvataggio. Due persone contemporaneamente come primo intervento non è cosa da poco. Ho cercato di ragionare il più possibile senza farmi prendere dal panico e soprattutto, quando sono andato dall’assistito, ho cercato di farlo parlare in modo che rimanesse lucido: gli ho subito chiesto il nome, il cognome, il nome del bambino e da dove veniva. Le procedure che ci hanno insegnato durante il corso che dobbiamo adottare in questi casi sono molto importanti, soprattutto il dialogo per tenerli attivi ed evitare che vadano in confusione mentale. Mi sento realizzato perché ho svolto bene il mio lavoro– conclude il giovane bagnino – e soprattutto mi sento bene e sono felice di aver salvato due vite umane e permesso a due persone di tornare a casa».
Roberto Merlini, titolare dello stabilimento, ha espresso la sua gioia con poche ma inequivocabili parole: «Sono orgoglioso di te e dei tuoi colleghi. Grande Alessio».