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Il borgo “trafitto” dall’antenna 5G: il caso in Maremma e il comitato di abitanti che non vuole il «pilone di metallo»

di Matteo Scardigli

	Il rendering che mostra come sarà il paese con l'antenna 5G
Il rendering che mostra come sarà il paese con l'antenna 5G

Le quattro associazioni del paese si sono messe insieme e provano a scongiurare un destino che appare inevitabile

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MANCIANO. Montemerano, cuore della Maremma (letteralmente, data la caratteristica forma del borgo), trafitto da una “lancia” di – si teme – quasi 30 metri di altezza; alla quale il Comune aveva detto no e sulla quale l’opposizione chiede sia fatta luce.

Cosa sta succedendo

Lo si è visto pochi giorni fa a Rispescia, alle porte del Parco della Maremma: dall’oggi al domani gli abitanti si sono trovati cartelli, recinzioni e ruspe al lavoro per predisporre la costruzione di un’antenna per il 5G. Era partita una raccolta firme che in breve tempo aveva raggiunto 150 adesioni, depositata sul tavolo del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna; che aveva dato il benestare alla realizzazione dell’impianto salvo poi dirsi disponibile a riconsiderare la faccenda (sono seguite critiche dalla sua stessa maggioranza). Qui più o meno stesso copione salvo un significativo distinguo. Cartelli, recinzioni e ruspe al lavoro per predisporre la costruzione di un’antenna per il 5G (stesso committente della frazione del capoluogo: Inwit), solo che al posto di una “semplice” raccolta firme (c’è anche quella, comunque) le quattro associazioni Accademia del Libro, Banda, Polisportiva e Pro loco hanno costituito un comitato: Tutela Montemerano. In aggiunta, appunto, il municipio aveva ben motivato il proprio diniego presso lo sportello Suap dell’Unione dei Comuni Montani Colline del Fiora. Di nuovo, vale per Montemerano quel che vale per Rispescia. C’è un’intera pagina web in cui Arpat (l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ndr) sviscera il 5G e – in estrema sintesi – spiega che la diffusione della tecnologia non desta allarme sanitario. Viceversa il 5G può comportare vantaggi, soprattutto in un paese in cui spesso per prendere la linea telefonica si fa prima ad accendere un cero.

L’analisi

«Una struttura tra i 25 e i 30 metri di altezza potrebbe presto essere installata in un’oliveta storica, in zona Stecconato, davanti al cimitero in uno dei punti di accesso e maggiore visibilità del borgo», confermano dal Comitato, sottolineando che – appunto non si tratta di una decisione presa dal Comune: «Questa antenna è parte di un piano nazionale gestito da una multinazionale (Inwit, ndr) incaricata direttamente dal ministero, nell’ambito di interventi legati ai fondi Pnrr, senza alcun passaggio nelle sedi locali, né un vero coinvolgimento della cittadinanza». Gli attivisti affermano di non essere contrari allo sviluppo tecnologico; tutt’altro: «Siamo contrari al modo in cui viene imposto, calando dall’alto una struttura impattante, senza trasparenza, senza informazione pubblica, senza alternative considerate. Montemerano – spiegano – è un borgo storico, immerso in un paesaggio unico. L’ingresso al paese non può essere deturpato da un pilone metallico alto 30 metri. La popolazione ha il diritto di essere informata e di partecipare a scelte che riguardano territorio, paesaggio e salute».

Il silenzio del sindaco

Abbiamo provato a raggiungere il sindaco Mirco Morini ma non abbiamo ricevuto risposta. Si apprende comunque dal municipio che la giunta, in linea di massima, condivide le istanze del comitato; tanto che nel diniego si legge che «in assenza della specifica qualifica di Opera di Pubblica Utilità tale intervento sarebbe espressamente vietato», secondo la legge regionale, e che opere del genere si pongono in contrasto con il Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico della Regione Toscana». E qui entra in gioco l’opposizione, che ha protocollato venerdì 27 giugno un’interrogazione sul tema: «L’iter autorizzativo è partito tempo fa e la cittadinanza andava informata per tempo. Come troppo spesso accade, si arriva a cose fatte, senza un confronto preventivo. Accogliamo positivamente la nascita del Comitato a tutela di Montemerano. Invitiamo associazioni e cittadini a rivolgersi al Comune, che non può esimersi dall’avere un ruolo attivo, ascoltando le istanze del territorio. Ancora una volta si arriva tardi: era in fase di progettazione che si dovevano affrontare questi temi e creare un iter condiviso che permettesse l'installazione nella posizione più corretta possibile».

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