Il Tirreno

Tecnologia

Apple Store, cambiano le regole in tutta Europa: cosa c’è da sapere


	Novità su App Store 
Novità su App Store 

La novità principale riguarda l’introduzione di un sistema a doppio livello per la cosiddetta Store Services Fee, ovvero la commissione che Apple applica sugli acquisti in-app

3 MINUTI DI LETTURA





Apple cambia strategia in Europa. In risposta alle normative del Digital Markets Act (DMA) e alla recente sanzione inflitta dalla Commissione Europea, l’azienda californiana ha annunciato una serie di modifiche al funzionamento dell’App Store, valide solo nei Paesi UE. Al centro del nuovo assetto ci sono tariffe diversificate per gli sviluppatori e una ristrutturazione delle commissioni sulle tecnologie di base.

Due livelli di commissione: più libertà, meno servizi

La novità principale riguarda l’introduzione di un sistema a doppio livello per la cosiddetta Store Services Fee, ovvero la commissione che Apple applica sugli acquisti in-app. Livello 1: Commissione ridotta al 5%, ma accesso limitato a strumenti essenziali. Gli sviluppatori che scelgono questa formula non potranno beneficiare, ad esempio, degli aggiornamenti automatici o dei download in background. Livello 2: Tariffa al 13%, con accesso completo a tutte le funzionalità dell’ecosistema iOS. È il livello di default per tutte le app pubblicate, ma potrà essere modificato su richiesta. Questa nuova configurazione, però, ha già suscitato critiche. Tra i più attivi c’è Tim Sweeney, CEO di Epic Games, che ha definito il modello “punitivo” per chi sceglie l’opzione più economica. Epic, com’è noto, è da tempo in conflitto con Apple per la gestione degli acquisti fuori dal suo store.

Debutta la “Core Technology Commission”: nuove tasse anche fuori dallo Store

Le novità non si fermano qui. Apple ha annunciato l’introduzione della Core Technology Commission, una tariffa del 5% sugli acquisti effettuati tramite app distribuite via App Store ma che usano sistemi di pagamento alternativi. Si tratta di una misura che va ad affiancarsi (e a lungo termine sostituire) la Core Technology Fee: una tassa di 50 centesimi per ogni download annuale oltre il milione di installazioni. Dal 1° gennaio 2026, la Core Technology Commission sarà l’unico modello tariffario valido nell’Unione Europea, e si applicherà anche ai futuri store alternativi su iOS, se e quando verranno autorizzati.

Bruxelles: le modifiche non bastano

La Commissione Europea osserva da vicino. Dopo aver sanzionato Apple ad aprile per pratiche anticoncorrenziali legate alla limitazione dei pagamenti esterni, Bruxelles sta ora valutando se le nuove misure siano in linea con lo spirito del DMA. In una nota ufficiale, i funzionari europei hanno espresso dubbi sulla legittimità delle nuove tariffe, sottolineando l’assenza di prove convincenti da parte di Apple per giustificarne l’introduzione. L’indagine resta aperta. Apple, da parte sua, ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro la multa, sostenendo di aver rispettato le normative europee e di non condividere le conclusioni della Commissione.

Concorrenza o compromesso?

Il quadro normativo europeo si fa sempre più stringente per i giganti tech. Il Digital Markets Act, entrato in vigore per promuovere una concorrenza più equa e contenere gli abusi di posizione dominante, costringe ora anche realtà come Apple a rivedere i propri modelli. Ma se da una parte Cupertino apre nuovi canali e riduce alcune commissioni, dall’altra introduce costi inediti che rischiano di annullare i benefici per gli sviluppatori. La tensione tra tutela dell’ecosistema e libertà di mercato è tutt’altro che risolta.

Primo piano
La storia

Follonica, padre e figlio (piccolo) rischiano di annegare: salvati dal bagnino. «Pensavo a uno scherzo, poi ho capito...»

di Maurizio Ceccarelli
Speciale cucina