Sorpresa, in Maremma soffre il turismo dei borghi. Insoddisfatti due imprenditori su tre: cosa non funziona
Per le associazioni vanno sfruttate le potenzialità del territorio mettendo insieme gli operatori e studiando il feedback del cliente
GROSSETO. Non si vive di sola estate. L’Osservatorio del Turismo dei Territori, in uno studio realizzato da AstraRicerche per Feries, ha rilevato che la Toscana, con il 40%, è la meta preferita dagli italiani che cercano destinazioni che offrono esperienze autentiche, a contatto con natura, tradizioni e cultura locale; turisti che non cercano solo monumenti o città d’arte, ma vogliono immergersi in contesti meno conosciuti e poco affollati, assaggiare i prodotti tipici, scoprire piccoli borghi, intraprendere cammini nella natura. I dati del 2024 parlano di circa 4 milioni di presenze in Maremma, con una crescita importante degli stranieri, ma i numeri si riferiscono soprattutto alla bella stagione.
La situazione è ben diversa per il “turismo dei borghi”, che non riesce a sfruttare le enormi potenzialità. «Stando ai risultati del sondaggio degli imprenditori dell’Amiata, Colline Metallifere e Colline dell’Albegna – sottolinea Andrea Biondi, direttore provinciale della Confesercenti – viene fuori un’insoddisfazione di due imprenditori su tre, dal punto di vista dei ricavi raccolti. Se prendo questo dato come metro di giudizio, il nostro entroterra non gode di una crescita dei flussi turistici. Confesercenti Grosseto – aggiunge Biondi – ha fatto un progetto per lo sviluppo dell’enoturismo, insieme al consorzio Doc Maremma, all’associazione Movimento turismo; ha creato una vetrina digitale visitabile nel sito di visitmaremma.net e nel operator Travel Today e ha distribuito 200 cartoncini con un qr code. Abbiamo tutte le carte in regola, però, gli imprenditori dei comuni dell’entroterra – conclude Biondi – sostengono che non c’è un aumento né di ricavi, né di turisti. Le problematiche che riscontriamo è che mancano pacchetti turistici, manca una regia comune che possa stimolare la nascita di pacchetti turistici strutturati, per far sì che nel nostro territorio ci sia un turismo dei borghi e non un turismo di rimbalzo dal mare».
Gabriella Orlando, direttrice della Confcommercio Grosseto, aggiunge che «i pacchetti non ci sono ed è su questo che dobbiamo riflettere e lavorare, per colmare il gap. Abbiamo enormi potenzialità rispetto ad altri territori: l’ambiente selvaggio e incontaminato, ma anche mare, collina, montagna, terme, enogastronomia e abbiamo già avviati i turismi non balneari, in primis quello sportivo. Dobbiamo elevare la capacità degli operatori di adattare la propria offerta alla domanda che è cambiata e che cambia velocemente; insegnare loro e obbligarli a fare rete in grado di offrire un’offerta integrata, vicina alla domanda. Il salto di qualità – a parere di Orlando – è dato dalla capacità degli operatori dei vari settori di fare rete, di costruire strumenti operativi che possano lavorare per rispondere alla domanda, intercettarne di nuova e lavorare costantemente sulla promozione, che non può essere la chiave di tutto. La rete che ho in mente deve avere 100 strutture ricettive fra nord, centro, sud, monti e colline, fra agriturismi, alberghi, B&B, ma anche campeggio o villaggi turistici; 200 tra ristoranti, trattorie, pizzerie o stellati dove mangiare; 4 cantine, 20 guide turistiche ambientali, e dieci stabilimenti balneari. Ci dovranno essere due impiegati, ad esempio, che intercettano il turista milanese che viene in Maremma e gli prepariamo il pacchetto».
A parere della direttrice molto utile il feedback del turista rispetto all’esperienza che ha vissuto e Confcommercio nei prossimi mesi comincerà a lavorare su questo. «Di un turista venuto in Maremma da Milano, sempre per fare un esempio – conclude la direttrice Orlando – io ho bisogno di sapere il feedback, cioè se è stato bene, cos’è che gli ha dato soddisfazione e se c’è qualcosa che lo ha colpito negativamente, come le strade impraticabili o i bagnetti troppo cari, ma ce lo devono dire i clienti, non il commerciante o il balneare. Dobbiamo rilevare in modo sistematico l’utenza, per capire se intende tornare, cosa pensava di trovare e se l’ha trovato o no».