Libro di scuola quanto mi costi, in Maremma è boom del mercato dell’usato. I prezzi, i motivi e la “scappatoia”
Le famiglie: «Cifre troppo elevate». In quinta liceo si può arrivare a una spesa di oltre 400 euro, senza considerare i dizionari
GROSSETO. «Preferisce nuovo o usato? » La porta de “La Libreria” in via Manetti si apre quasi in continuazione per fare passare mamme, babbi, nonni; tutti “a caccia” degli ultimi volumi che servono a figli e nipoti tra i banchi di scuola. «Mi dia l’usato», è la risposta che i librai si sentono dire sempre più spesso.
I prezzi (che aumentano)
Quest’anno un ragazzo che frequenta la prima al professionale agrario – solo per fare un esempio – spende circa 330 euro per tredici libri, se li vuole acquistare tutti nuovi. In quinta l’esborso è già più sostenibile: 125 euro, ma perché molti testi sono già stati comprati in quarta, al prezzo di 205 euro. Cifre che salgono se si dà un’occhiata alla lista del liceo classico. Qui i libri sono una ventina e in prima i genitori devono pagare 387 euro. Che diventano 407 in quinta liceo. Se qualcuno pensava – o piuttosto si augurava – che fosse finita qua, ebbene si sbaglia: ci sono anche i dizionari. Quello di latino costa 107, 50 euro, mentre quello di greco – aumentato di cinque euro rispetto all’anno scorso – arriva a 132 euro. I dizionari di inglese vanno invece dai 50 ai 70 euro.
Basta «avere due o tre figli ed ecco che all’inizio dell’anno scolastico una famiglia può spendere anche mille euro», dice Riccardo Venturini, titolare della libreria specializzata in libri scolastici di via Manetti, che ha fornito i prezzi di testi e dizionari. Cifre sempre più difficili da sostenere, anche perché i prezzi sono cresciuti, inesorabili, di anno in anno. Basta prendere un volume scolastico e confrontare quanto costava nel 2022 rispetto a oggi. Pochi clic sul computer, altrettanti sulla calcolatrice, e il risultato è presto detto. «Tre anni fa il volume – dice Venturini – era al prezzo di 28,50 euro, mentre ora è a 31,90 euro. All’anno si parla di un incremento di 1, 10 euro, che rientra negli aumenti annui che vediamo, in generale di circa 3-4%».
Boom dell’usato
Tutta questa premessa è necessaria per spiegare un fenomeno in costante crescita nel mondo dell’editoria scolastica, e cioè il boom dell’usato. «Cinque anni fa – stima Venturini – il 90% delle famiglie comprava i libri scolastici nuovi. Adesso la situazione si è ribaltata e l’80% prova a prendere l’usato». Conferma la tendenza Francesco Serino, titolare de La Nuova Libreria in via dei Mille: «L’usato negli ultimi anni – spiega – sta aumentando sempre di più. Quest’anno ha registrato un incremento del 30% anche rispetto all’anno scorso».
Il perché
Dietro l’exploit ci sono proprio loro: i prezzi dei libri nuovi. A cui s’aggiunge «il malcontento dei genitori, che spendono anche 40 o 50 euro per libri che poi in classe non vengono utilizzati appieno o anche per niente. Quest’anno il massimo lo ha raggiunto un libro di biologia per la terza superiore: costa 59, 60 euro. Il punto è che siamo ancora nella scuola dell’obbligo», sottolinea Venturini. Con l’usato invece le famiglie, per gli stessi libri, «spendono meno della metà rispetto all’acquisto direttamente di tutti i libri nuovi», calcola Venturini. Il risparmio è del 50% anche da quello che vede Serino. Pure da lui «le famiglie si lamentano per i costi dei volumi. In dieci anni il prezzo del libro di scuola è aumentato all’incirca di un 20% in più. Una spesa notevolissima». E allora l’usato spesso è l’unica soluzione.
In buono stato
Questo fenomeno si sta facendo strada nonostante «Grosseto – sottolinea Venturini – non sia mai stata una realtà troppo abituata ai libri usati. Il testo non nuovo veniva visto come qualcosa più da buttare, mentre in altre città più grosse c’è già un giro consolidato dell’usato». Comunque «le famiglie grossetane – specifica il libraio – cercano un buon usato, quindi se vedono anche una scritta a lapis non sempre comprano. Il fatto che l’usato sia tendenzialmente in buone condizioni gioca a favore di questo incremento. C’è anche chi ordina libri nuovi perché non vuole cercare l’usato e aspettare, ma quando vedono che il libro tarda ad arrivare prendono quello già utilizzato». Una pure e semplice questione di tempistiche.
Sostenibilità
Però «il libro usato – aggiunge Serino – diventa anche un modo per cercare di contrastare il meccanismo “perverso” che c’è attorno al libro della scuola: costi alti, per noi logistica notevole e guadagni bassissimi, spese di spedizioni, movimentazione di merci anche in contrasto con le politiche di attenzione alla sostenibilità e all’economia verde».
Sostenibilità ambientale che va a braccetto con quella economica, visto che «se si rivendono i volumi l’anno dopo – prosegue Serino – si riesce a recuperare anche un 25% di quello che si spende. Sarebbe un circolo virtuoso. Ci sono famiglie che cominciano a portarci il libro usato: spero che il mercato si possa allargare e possa influire a livello decisionale, tenendo i libri a catalogo nelle scuole per sei, sette anni».
La “scappatoia”
Perché qui c’è “l’inghippo”. «Sull’usato – sottolinea Venturini – le case editrici non aiutano: quasi ogni anno c’è un cambio di edizione del libro. In pratica esce una nuova edizione in cui è modificata solo l'impaginazione (così non tornano le pagine da studiare) e gli esercizi. Per il resto nei contenuti i libri sono sostanziamene identici, ma la diversa impaginazione – e il fatto che non ci siano gli stessi esercizi – creano difficoltà agli studenti». In più «le scuole sono costrette ad arrabattarsi con i tetti di spesa, con i docenti che costrette a mettere i codici dei libri digitali o tra i consigliati, salvo poi richiederli».
E attenzione, non bisogna credere che i libri digitali costino tanto meno: «Arrivano anche a 25 euro e i ragazzi non studiano bene», conclude Serino.
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