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Il lutto

Vetulonia, addio a Flavio Renzetti: lo scultore che fece rivivere l’arte etrusca

di Sara Landi
Vetulonia, addio a Flavio Renzetti: lo scultore che fece rivivere l’arte etrusca

L’ultima mostra per i 40 anni d’attività

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Vetulonia Dopo una lunga malattia è scomparso a Genova lo scultore di Vetulonia Flavio Renzetti. Aveva 79 anni e dopo essere rimasto vedovo si era trasferito nel capoluogo ligure dove viveva la figlia.

Il legame con l’arte etrusca

Renzetti era nato a Vetulonia nel 1946 e fin da piccolo era stato sempre affascinato da qualunque tipo di materiale, in particolare la pietra di Vetulonia, anche se il suo talento era capace di plasmare qualunque cosa, grandi tronchi di legno, metallo, ceramica fino alle ultime creazioni, le sculture da indossare. La sua arte era fortemente radicata nel territorio in cui era nato e debitrice della civiltà etrusca, un’altra importante fonte di ispirazione. Per questo rivendicava sempre con orgoglio di essere nato nell’antica città stato degli Etruschi, Vatluna. Negli anni Settanta si era trasferito con la famiglia ad Albissola Marina e qui era entrato in contatto con grandi nomi dell’arte come Scanavino e Burri e si era ritagliato un posto importante come scultore e ceramista. Sono anni di intenso lavoro artistico, di sperimentazioni e di riconoscimenti sia da parte delle istituzioni culturali che della critica internazionale ma a un certo punto Renzetti decide di cambiare rotta fondando la corrente artistica a cui darà il nome di Istintformativismo.

La mostra

Il manifesto artistico di questa corrente nasce ufficialmente a Vetulonia il 15 maggio 2010 quando viene inaugurata al MuVet la mostra “L’energia primordiale della materia”. Così Renzetti definiva nel manifesto il suo nuovo approccio alle opere: l’Istintformativismo è «l’arte di creare un’opera d’istinto, senza disegni preparatori o bozzetti, su qualsiasi supporto (legno, pietra, marmo, ferro, tela, carta) cercando la vocazione della materia a essere formata nella maniera più equilibrata possibile, fondendo l’energia della stessa con la spiritualità artistica del soggetto che le consente di prendere forma».

La sua è sempre stata una ricerca orientata a trovare il messaggio nascosto nella materia come conferma la curatrice Alessandra Barberini che ha collaborato con lui dal 2008 al 2018 e che si rifiuta di parlare di Renzetti al passato, ancora scossa dalla notizia che in Maremma si è diffusa ieri. «Parlo di lui al presente – dice Barberini – perché gli artisti non muoiono mai. L’ho conosciuto nel 2008 e abbiamo lavorato gomito a gomito per dieci anni come raramente capita tra curatore e artista. Flavio Renzetti è un uomo e artista meraviglioso, di grande temperamento e di cui ricordo anche la forza anche nell’affrontare la malattia. Mi mancherà tanto e farò il possibile per commemorarlo come merita».

L’ultima grande mostra in Maremma di Renzetti risale al 2018 con la curatela di Barberini e del suo studio Gad Art Factory. La mostra si intitolava “Origine” e fu ospitata dal Cassero e dalle Casette cinquecentesche per volontà del Comune di Grosseto. Una doppia esposizione con le creazioni del maestro Renzetti e le opere del fotografo Massimo Costoli. Con quell’esposizione si rendeva omaggio a ben quarant’anni di attività artistica ininterrotta dello scultore. Per sua volontà non sono previsti funerali. Renzetti sarà cremato nei prossimi giorni. Alla famiglia le condoglianze della redazione del Tirreno.  

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