Strade
Grosseto, consulta disabilità: «Gestione non trasparente, Corsetti deve dimettersi»
Undici associazioni hanno chiesto la testa della presidente
GROSSETO. «Se lei resta, se ne vanno le associazioni in toto». Franca Casagni, vicepresidente della Consulta comunale della disabilità parla senza peli sulla lingua, all’indomani della richiesta di dimissioni, da parte di undici delle tredici società che fanno parte della consulta, della presidente Valentina Corsetti, in carica dallo scorso 2022.
Casagni, che in passato ha guidato anche l’organismo, dopo che è stato ricreato dal sindaco Antichi nel 2000, è quasi dispiaciuta che la questione sia diventata nel giro di poche ore anche un caso politico, con una nota sul tema inviata dal Pd. «La scorsa settimana – spiega la vicepresidente – abbiamo organizzato una riunione nella quale volevamo parlare con Valentina Corsetti e con le associazioni per manifestarle il nostro malumore. L’intenzione era di darle qualche giorno di tempo per pensare, di risolvere la questione tra noi e di farla uscire bene in caso di dimissioni, e casomai avremmo divulgato la lettera che avevamo preparato il 31 luglio. Credetemi, non sappiamo chi ha fatto partire la missiva». In questa lettera, indirizzata al sindaco, all’assessore al sociale Chiara Vazzano, al presidente del consiglio comunale, ai servizi sociali e alla segreteria della consulta, le undici associazioni (Anmil, Ens, Genitori portatori di handicap, Fondazione Il Sole, Tutti a Teatro, Skeep, Tuttopossibile e altre) hanno fatto formale richiesta di dimissioni, elencando una serie di punti con le cose che a loro parere non andavano: «Gestione non trasparente della comunicazione istituzionale, la presidente non ha mai condiviso la password, le convocazioni vengono gestite in modo informale, privato, non tracciabile; mancanza di un elenco aggiornato e condiviso con i membri; rapporti con le istituzioni gestiti in modo unilaterale; episodi di rottura istituzionale e gestione non rispettosa dei ruoli. In ultimo ha abbandonato la chat ufficiale whatsapp della Consulta, interrompendo ogni comunicazione, senza alcuna spiegazione formale, né avviso».
Accuse pesanti, alle quali dà una spiegazione Franca Casagni: «Deve essere chiaro che la Consulta è un organo apolitico – sottolinea – va avanti da venticinque anni, che ci sia il sindaco di destra o di sinistra perché ci sono le associazioni che sono le vere protagoniste. Abbiamo sempre lavorato in sintonia, perché tutti hanno solo l’interesse del fare e di venire incontro alle persone che vivono quotidianamente i problemi della disabilità. Ripeto, in questa consulta nessuno ha mai parlato di politica, l’unica persona che ha portato la politica all’interno della consulta è stata lei, che in certi momenti l’ha utilizzata come fosse una cosa personale. Non ce l’abbiamo con lei perché è di Forza Italia, abbiamo fatto questo passo solo perché era arrivato il momento di chiarire certe corse».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’episodio avvenuto in occasione del concerto di Raf, che ha aperto la Grande Estate. «Le associazioni – racconta la vicepresidente – hanno fatto delle rimostranze di dissenso per essere state relegate in un punto dove si vedeva niente. Abbiamo detto come consulta che le persone disabili hanno ragione, non si può guardare solamente chi può accedere, dobbiamo pensare a tutti. Lei era andata dal questore, dopo il sopralluogo ha detto che quel posto andava bene, senza confrontarsi con le associazioni. Siamo stanchi di essere capi espiatori per gli interessi personali. Deve confrontarsi con la consulta. La Corsetti era andata in ferie e le associazioni decisero di fare una riunione per smentire quello che ha detto Megale. Abbiamo fatto un articolo firmato da garante e la consulta. Per Megale era finita lì e anzi si è detto disponibile a un confronto per venire incontro ai disabili per i prossimi appuntamenti, ma lei ha voluto dissociarsi perché avevamo fatto il suo nome. Secondo lei non dovevamo fare quella nota e se l’è presa anche con il segretario Antonio Manzo, minacciando di togliergli l’incarico».
Franca Casagni verbalmente ha annunciato le dimissioni «ma nessuno le ha accolte, devono essere le associazioni a decidere». E ora? «Siccome è un organo istituzionale del Comune – conclude Franca Casagni – è il sindaco che decide se confermarla o sollevarla dall’incarico. Tra l’altro Antonfrancesco Vivarelli Colonna sapeva di questo malcontento».
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