Il Tirreno

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La storia

La canonica del piccolo borgo in Toscana rischia di crollare: un gruppo di abitanti va in Vaticano (a piedi) con due asini e una statua


	La canonica 
La canonica 

L’obiettivo? Un’udienza col Papa, per attirare l’attenzione pubblica sul problema e chiedere aiuto. E la vicenda finisce al centro di un documentario

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MONTEGIOVI. La canonica di Montegiovi, piccolo paese nell’entroterra della provincia di Grosseto in Toscana, rischia di crollare. E gli abitanti hanno deciso di prendere in mano la situazione: con la statua di Santa Caterina sulle spalle e due asini, partiranno a piedi il prossimo 30 agosto per un viaggio di due settimane verso Roma. L’obiettivo? Un’udienza con il Papa, per attirare l’attenzione pubblica sul problema e chiedere aiuto, portandogli le lettere di altre piccole comunità incontrate durante il viaggio. Il cammino verso Roma, tra paesi e fattorie, tende e rifugi, sarà ripreso dal regista Davide Tisato, originario di Montegiovi, telecamere in spalla al fianco dei viaggiatori.

La storia  

Infatti, la storia sarà protagonista nel suo documentario “Il Nostro Miracolo”, una produzione Cloud Fog Haze Picture e Articolture con Rsi-Radiotelevisione Svizzera, con il supporto di Toscana Film Commission. È tutto vero: un piccolo gruppo di sette paesani, novelli pellegrini, è pronto a partire dall’entroterra toscano e arrivare nella Capitale, precisamente in Vaticano. Da troppi anni la canonica del paese versa in uno stato preoccupante e le istituzioni responsabili si rimbalzano le responsabilità, viene spiegato. Davanti a questa incuria, gli abitanti decidono di passare all’azione, dopo averne lungamente discusso negli ultimi mesi.

L’idea: come nasce

«Da tre anni vivo nuovamente nel mio paese natale in Italia, che i miei genitori avevano lasciato trent’anni fa per trasferirsi in Svizzera, a causa della mancanza di prospettive – ha dichiarato il regista Davide Tisato – Ma il Montegiovi che ho conosciuto da bambino, che mi ha sempre trasmesso sicurezza e un forte senso di comunità, oggi rischia di scomparire. I giovani se ne vanno, mentre gli anziani ci lasciano sempre più numerosi. Lo spirito comunitario un tempo vivace ha lasciato il posto a un pessimismo che minaccia di soffocare il luogo. La fatiscenza della canonica, che è sempre stata l’orgoglio del paese, è la punta di un iceberg che rende evidenti i problemi di abbandono di Montegiovi. Quando le infrastrutture che la Chiesa o lo Stato dovrebbero mettere a disposizione della popolazione cadono in rovina, la fiducia in queste istituzioni svanisce. Montegiovi diventa così il simbolo di un sistema e una visione ingiusti nel nostro paese, in cui l’attenzione viene prestata solo ai centri urbani o turistici, variamente redditizi. A Montegiovi abbiamo deciso di opporci a questa lettura politica del territorio e così, insieme agli abitanti del paese, ho deciso di impegnarmi per la nostra comunità con questo progetto. Forse è l’ultima occasione che abbiamo, visto che siamo rimasti ormai poco più di 150 abitanti. Per restaurare la canonica fatiscente e destinarla a scopi comunitari, ci vorrebbe quasi un miracolo, che potrebbe diventare realtà grazie alla nostra coesione, alla nostra convinzione e all’auspicata influenza papale. Per i pellegrini credenti, il Papa ha un ruolo centrale nelle questioni etiche e religiose, rappresenta l’unità, la speranza e la giustizia. Ma anche per i non credenti, il Papa è un simbolo di potere, con una sostanziale sua influenza politica. Che speriamo possa destare l’attenzione delle Istituzioni verso i piccoli paesi dell'entroterra».

Il documentario e i numeri

Il Nostro Miracolo racconterà la storia della comunità di uno specifico paese dell'entroterra toscano, la cui situazione rispecchia la crisi di molti paesi delle aree interne italiane. Come si legge nelle note di produzione, «in Italia, le aree interne comprendono oltre 4.000 Comuni, il 48,5% del totale, e sono definite attraverso le difficoltà dei relativi abitanti nell'accesso ai diritti di base - ospedali, scuole, mobilità, presidi culturali. Non a caso, sono i territori più a rischio di spopolamento, che pur oggi interessano circa 13 milioni di persone (il 25% della popolazione italiana)». 

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