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La testimonianza

Pisa, morso da una vipera nel vigneto: «Ha bucato il guanto, ho avuto paura di morire»


	Klajdi Trimi all’ospedale di Cisanello e i segni del morso della vipera sulla mano del giovane
Klajdi Trimi all’ospedale di Cisanello e i segni del morso della vipera sulla mano del giovane

Vittima un operaio residente a Grosseto che stava lavorando a Monterverdi Marittimo. Il racconto dall’ospedale: «Se non ci fossero stati mio padre e i colleghi sarebbe finita male»

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PISA. Quando puoi raccontarla, magari riesci pure a sorriderci su. E lui, Klajdi Trimi, operaio di 27 anni di origini albanesi ma residente con la famiglia a Grosseto ormai da un bel po’ di tempo, la sua avventura da incubo ora che il peggio sembra scongiurato la racconta così. Con un sorriso da scampato pericolo e persino con un pensiero di compassione per chi avrebbe potuto ammazzarlo. Chi ha rischiato di ammazzarlo è una vipera, il serpente dal morso avvelenato che abita boschi e campagne d’Italia e al quale, con l’arrivo del caldo, chiunque cammini all’aria aperta sa di dover fare attenzione.

Klajdi all’aria aperta ci lavora. Venerdì mattina, per conto di un azienda grossetana, era in missione con il padre, Gezim, 56 anni, e diversi colleghi in un vigneto in località Canneto di Monteverdi Marittimo, nel Pisano. «Stavo pulendo il terreno alla base di una vite – racconta il giovane – quando una vipera molto grossa mi si è avventata contro e mi ha morso». Klajdi, sottolinea, indossava i guanti da lavoro, ma non sono bastati a proteggerlo: «Un morso all’indice della mano sinistra, che ha forato il guanto».

Inutile dire che alla vista di quei due buchi nella mano Klajdi è stato preso dal terrore: uno spavento enorme, ha visto la vipera allontanarsi e ha iniziato a gridare. «Ho avuto paura di morire – confessa il giovane – e credo proprio che se lì vicino non ci fossero stati mio padre e i colleghi sarebbe finita male». Klajdi avverte un dolore fortissimo ed è in preda alle vertigini. Chi gli sta intorno chiama immediatamente i soccorsi e pochi minuti dopo è sul posto un’ambulanza. Il personale sanitario gli inocula il siero antidoto, ma i minuti passano e il dolore e lo stato di choc persistono. Per questo si decide di richiedere l’intervento dell’elisoccorso Pegaso, che lo preleva e lo trasporta all’ospedale Cisanello di Pisa, dove viene ricoverato in Osservazione breve intensiva (Obi).

La mano è sempre molto gonfia, ma tutti gli approfondimenti necessari sembrano dichiarare lo scampato pericolo. Klejdi sta bene, sorride e racconta, e oggi dovrebbe lasciare l’ospedale. Intanto, però, trova anche il modo e la voglia di esprimere un pensiero imprevisto. «Ne ho viste tante, lavorando in agricoltura. Ma una cosa del genere mai. Probabilmente non ho sentito il soffio e non ho ritirato la mano, solo il morso improvviso. Nella concitazione, la vipera è stata uccisa. E un po’ mi è dispiaciuto. Perché io amo gli animali, e mai vorrei far loro del male».

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