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L’indagine

Manciano, Massimo Modesti morto nell'incidente in moto: aperta un'inchiesta, paese sotto choc

di Sara Venchiarutti

	Massimo Modesti aveva 63 anni, a fianco il luogo dell’incidente e la strada provinciale Follonata, chiusa per qualche ora sabato mattina
Massimo Modesti aveva 63 anni, a fianco il luogo dell’incidente e la strada provinciale Follonata, chiusa per qualche ora sabato mattina

Ipotesi omicidio stradale. Il dolore degli amici: «Era sempre disponibile, allegro, con battuta e risata pronta, tutti gli volevano bene»

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MANCIANO. «Lo avevo sentito al telefono pochi minuti prima dell’incidente: mi ha detto “vengo tra poco” e così ha fatto, ma non è mai arrivato. Di solito il fine settimana, visto che era a casa, passava sempre a salutare mentre ero al lavoro, prendeva il caffè, andavamo a fare un giro in moto nel pomeriggio». Non riesce ancora a crederci Valerio, dell’agriturismo La Solina: il suo amico Massimo Modesti, l’amico di una vita, non c’è più.

Se l’è portato via un incidente sabato mattina, attorno alle 11,30, proprio lungo la strada, la Follonata, che Modesti stava percorrendo in sella alla sua moto per andare a bere quel caffè, ormai una tradizione. Era in attesa di svoltare nella strada che lo avrebbe portato lì, all’agriturismo, quando l’impatto con un’auto non gli ha lasciato scampo, nonostante il tempestivo soccorso e il volo con Pegaso all’ospedale Le Scotte di Siena. «È uno shock per tutti, è difficile rendersene conto», dice Valerio.

E questo è il sentimento che si respirava ieri a Manciano: un’atmosfera strana, irreale, dopo l’incidente che ha strappato all’affetto di tanti Modesti, 63 anni, autotrasportatore per Caldini Spurghi e Trasporti di Marsiliana.

Intanto la procura ha aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato è omicidio stradale. Secondo una prima ricostruzione delle persone presenti, Modesti si era fermato e stava aspettando di girare in una strada laterale, quella che l’avrebbe portato all’agriturismo, quando la macchina, proveniente dalla direzione opposta, ha invaso la corsia del motociclista; ma appunto sono in corso gli accertamenti per verificare e stabilire l’esatta dinamica del sinistro.

Intanto la notizia che Massimo non c’è più ha gettato nello sconforto e nel dolore un’intera comunità. D’altronde il Cobra, come lo chiamavano in paese, era conosciutissimo e benvoluto da tutti. Così è tutta Manciano a stringersi agli amici di una vita, alla famiglia, alla moglie, che lavora al Covo dei Briganti, oggi chiuso per lutto, come annunciato in un post su Facebook, proprio per sostenerla in questo immenso dolore.

«Ancora non ci credo, ce ne passerà di tempo prima di riuscire a metabolizzare», dice al telefono, con la voce rotta dalla commozione, un altro amico fraterno di Massimo.

«Ci conoscevamo da una vita, siamo sempre stati qui, in paese insieme». Per questo non riesce a ricordare il momento esatto in cui ha conosciuto Massimo. «Siamo amici da sempre. Nonostante una piccola differenza d’età – io ho 55 anni – eravamo molto uniti. Se non ci si vedeva, ci si sentiva per telefono quasi ogni giorno». Non usare il presente per lui è dura: mentre parla del suo amico al passato si ferma, «non riesco ancora a credere che Massimo non c’è più. Io, come altri suoi amici, sto vivendo in un limbo nel quale è impossibile capire come sia possibile che il destino decida queste strade».

Ieri il suo telefono non ha mai smesso di squillare: «Era incandescente – racconta – da quanto squillava, da quante persone chiedevano notizie, sperando non fosse successo il peggio». Anche lui, come Massimo, era appassionato di caccia. «Questo – spiega – ci univa molto, ma eravamo molto uniti anche al di fuori dell’ambito venatorio. Ci trovavamo sempre assieme con la classica telefonata “dai, facciamo un aperitivo” o “mangiamo una pizza”. Era sempre disponibile, allegro, con battuta e risata pronta. A volte sembra una banalità, ma stavolta esprime quello che sentiamo tutti: se ne vanno sempre i migliori. Io e Massimo siamo cresciuti insieme sotto mille aspetti: dalla giornata venatoria insieme al giretto classico in moto. Massimo era uno dei “personaggi” che tutti adoravano perché era una brava persona».

Ora anche gli amici aspettano la data del funerale, per dare l’ultimo saluto a Massimo insieme alla moglie, al figlio e ai familiari. Al momento il corpo si trova ancora a Siena.

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