C’è un bambino allergico alle fave: scatta l’ordinanza anti-coltivazione nel borgo in Maremma
Divieto assoluto intorno a casa, chiesa, scuola e abitazioni dei parenti: il caldo precoce allunga la stagione e aumenta il rischio sintomi
GAVORRANO. Con le stagioni che in questi ultimi tempi hanno subito molti cambiamenti e il caldo che si manifesta decisamente prima rispetto a qualche anno fa, ecco che anche i vari tipi di allergie primaverili si presentano con largo anticipo rispetto al periodo classico.
A Bagno di Gavorrano c’è un bambino affetto da favismo che, con la coltivazione già in fase avanzata di questi legumi, necessita di attenzioni precise e particolari. Così la sindaca Stefania Ulivieri ha deciso di anticipare l’ordinanza che vieta la coltivazione delle fave (vicia faba) nel raggio di 300 metri, in linea d’aria, da casa sua in via Finetti, e nel raggio sempre di 300 metri dai luoghi abitualmente da lui frequentati, ovvero via Vespucci e via Tarantelli (sempre a Bagno di Gavorrano) dove vivono dei parenti e dalla chiesa di via Varese, e dalle medie in via delle Scuole.
L’ordinanza si estende anche ai titolari delle attività commerciali di Gavorrano e di Bagno di Gavorrano sia su sede fissa, compresi i pubblici esercizi e i ristoranti, sia su aree pubbliche o private, ricadenti nell’area individuata, che servono o pongono in vendita fave fresche sfuse, di darne corretta pubblicità a mezzo di un cartello di dimensioni minime di cm 30 x 40 con la seguente dicitura: «Avviso per i cittadini a rischio di crisi emolitica da favismo: in questo esercizio commerciale sono esposte fave fresche sfuse». Ai produttori/venditori (di ortaggi di propria produzione) e ai commercianti ambulanti di prodotti ortofrutticoli che svolgono la loro attività nel perimetro individuato dalla presente, di esporre il legume solo se posto in confezioni ermeticamente sigillate; che siano spianate, rimosse e/o distrutte tutte le coltivazioni di fave presenti entro l’ambito territoriale di cui sopra, entro dieci giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza.
Una situazione delicata che deve ovviamente tutelare in primis la salute del bambino ma che evidentemente va a toccare direttamente anche i produttori e chi esercita l’attività la vendita di questi legumi. Il favismo è una sindrome emolitica acuta accompagnata da emoglobinuria e dovuta verosimilmente all’ingestione di fave e alla aspirazione delle rispettive emanazioni. Se le persone affette da favismo entrano in contatto con i pollini sul baccello o se le ingeriscono hanno crisi allergiche che nei casi gravi possono portare a crisi asmatiche importanti.
«Questa è un’ordinanza che facciamo ogni anno perché abbiamo un bambino che purtroppo è affetto da questo tipo di problema-afferma la sindaca – e logicamente la facciamo nei luoghi che il bambino frequenta abitualmente; come casa sua, casa dei nonni e anche nella scuola, che da quest’anno è la scuola secondaria di primo grado di Gavorrano. In realtà, questa ordinanza negli anni scorsi scattava un po’ più tardi, diciamo con l’inizio della primavera, quest’anno, anche su indicazione della mamma del bambino, visto che le stagioni non sono più quelle di una volta e le coltivazioni decisamente avanti, abbiamo deciso di introdurla un po’ prima».