Fatturati, le 50 imprese più ricche della Maremma: quali sono e la classifica
La vetta è di Certified Origins: Venator e Nuova Solmine accusano il colpo. Ma la rivelazione 2023 entra a valanga nella classifica da via Monte Rosa
GROSSETO. Nell’intera provincia, per l’anno 2023, sono presenti 31.994 aziende di cui 3.616 società di capitali. Il fatturato complessivo di queste imprese è pari a 4.134.575.679 euro, anche grazie a una new entry che ha avuto l’effetto del proverbiale sasso nello stagno.
Lo riporta Registroazien de.it, un progetto della piattaforma digitale Command Digital (azienda nel mercato dei dati business-to-business), che fotografa un territorio a trazione – non sorprenderà – capoluogo-centrica: nel Comune di Grosseto sono presenti 10.766 aziende di cui 1.652 società di capitali, e il fatturato complessivo di queste imprese è pari a 2.049.729.481 euro.
Né sorprenderà l’exploit targato Certified Origins, che si conferma leader di fatturato tanto in termini assoluti che nel comparto “Commercio all'ingrosso di oli e grassi alimentari di origine vegetale o animale”: 190.056.011 euro nel solo 2023 con un delta fra utili e perdite pari a 8.439.313 euro.
Potrà invece sorprendere il secondo posto nella “classifica dei fatturati” occupato da Venator Italy, appena messa alle strette dall’intero comprensorio nord – enti, istituzioni e sindacati – al culmine di una crisi che tiene 215 lavoratori col fiato sospeso (venerdì 10 dovrà svelare le carte della nuova cassa integrazione), che perde la vetta a beneficio di Certified Origins; la cui crescita nel 2023, al pari di quella contemporanea di Clodia (l’apertura del supermercato di Castiglione), ha dato i frutti sperati in termini di piazzamento nella graduatoria.
Non traggano poi in inganno i “soli” 17.938.975 euro del delta di Acquedotto del Fiora; in calo, certo, rispetto ai 20.166.783 del 2021 e ancora ai 19.940.555 del 2022. Il fatturato va nella direzione diametralmente opposta: 114.128.719 euro nel 2021, 114.723.934 nel 2022 e – nel 2023 – 121.580.838 euro.
La vera sorpresa, arrivata a sparigliare le carte, è però data dall’ingresso della srl Point Green. E se il nome può non rivelare molto ai più, il quarto posto in classifica parla chiaro. Un indizio si trova ai numeri civici 18a/20 di corso Carducci, “dietro” l’insegna del negozio Sacre, che ha aperto poco prima di Natale. Sacre è il marchio dell’azienda madre che si occupa del benessere della persona, intenso nel senso più ampio: cura personale, ma anche della casa e dei propri amici a quattro zampe.
E se l’indizio non basta, sia sufficiente guardare al villino Pastorelli, edificio-gioiello in via Oriana Fallaci: qui, storica sede già della Banca Nazionale dell’Agricoltura e più di recente di Fidia Edilizia e Costruzioni, c’è il quartier generale dell’Accademia Green, che ha aperto i battenti nel capoluogo più o meno un anno fa di questi tempi.
Negozio e accademia fanno parte proprio di Point Green, creatura della presidente Sheila Tornabene nata nel 2020 con sede legale in via Monte Rosa 23/a: una holding gestoria che si definisce «pioniera di un nuovo Rinascimento Green, un movimento che parte dalla Maremma toscana per diffondersi a livello globale, unendo l’eccellenza del Made in Italy all’innovazione ecologica».
Una crescita dirompente in termini di fatturato – moltiplicato di oltre 13 volte rispetto all’anno precedente (alzando la media a 31,03 milioni) – ma anche di utili netti (hanno superato i 10,76 milioni, alzando la media a 2,93 milioni) e numero e costo dei dipendenti (arrivati a 33 dagli otto dell’anno precedente).
(*fonte: Reportaziende.it)