In carcere la leader degli apolidi Valentina Fusco: «Non ha rispettato gli obblighi». Il caos sul treno
Doveva rimanere a Follonica, era sul treno di rientro da Roma
FOLLONICA. Tutto diffuso via social, grazie alle riprese dei telefonini. Anche il suo arresto. Come già avvenuto venti giorni fa davanti alla Questura. Questa volta, venerdì sera, sul treno che da Roma la riportava verso Follonica. Allora era scattato l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale con lesioni. Ora è stata invece eseguita l’ordinanza di aggravamento della misura (quella originaria dopo la convalida era l’obbligo di dimora a Follonica) perché Valentina Fusco non ha rispettato le prescrizioni del giudice Sergio Compagnucci davanti al quale è in corso il processo che la vede imputata proprio per resistenza: la 43ene follonichese leader degli apolidi è stata portata nel carcere di Civitavecchia.
Le fasi dell’arresto – almeno quelle che si sono svolte sul treno regionale – non sono state brevi: il convoglio è rimasto fermo più di mezz’ora alla stazione di Civitavecchia. Da una parte gli agenti incaricati di eseguire il mandato, dall’altra Fusco che ha opposto obiezioni una dopo l’altra e che è stata fatta scendere dal convoglio dopo essere stata presa per mani e piedi, una volta che le era stato mostrato l’ordine di arresto.
Quanto avvenuto nello scompartimento è stato documentato dai telefonini e poi diffuso, sul canale Telegram che porta il suo nome. Lei stessa aveva pubblicato due giorni prima un video nel quale dichiarava di essere in viaggio per Roma. Venerdì pomeriggio è giunta la misura dell’aggravamento della misura. Gli agenti della polizia stradale incaricati hanno cercato subito di rintracciarla ma al momento di intervenire lei non era più davanti agli uffici pubblici dove aveva stazionato. La polizia ha capito che era salita su un treno e così la polfer di Civitavecchia, cui era stata inviata una foto per il riconoscimento, ha effettuato controlli su tutti i convogli diretti a Follonica. E l’ha trovata.
«Mi faccia vedere il mandato» ha detto a più riprese Fusco. «Non ce l’abbiamo qui, venga in ufficio, lei è in arresto» hanno risposto gli agenti. Fusco ha preteso che le venisse esibito il documento, poi ha aggiunto che dava il consenso a mostrarlo pubblicamente. Gli agenti non avevano il mandato materialmente con loro. «Allora mi prenda di forza, lei ha il dovere di farmi visionare il mandato. Lei non può arrestarmi senza mandato». Le contestazioni di Fusco hanno poi virato su altri argomenti: «Io non ho commesso nessun reato». Poi si è sdraiata nel corridoio centrale, tra i sedili, e ha continuato a protestare: «È resistenza se non viene con noi», hanno fatto presente gli agenti. E lei: «Non do il consenso a portarmi via senza un mandato. Ce l’avete sul palmare? Io lo voglio vedere sulla carta». Sono passati alcuni minuti, quelli necessari a stampare il documento nell’ufficio della polfer. L’attesa è stata riempita da altre conversazioni. «Ci sta costringendo a usare le manette». «Mi lasci, ahia! Non mi deve toccare», ha detto la leader degli apolidi. E ancora: «Sono stata a Roma davanti alla Prefettura per due giorni: mi avrebbero dovuto arrestare lì». Fusco ha quindi invitato i presenti a fare denuncia perché a suo giudizio era in corso «un blocco di pubblico servizio» (si deduce per il fatto che il treno fosse stato fermato per l’operazione di polizia), più tardi ha ravvisato anche un «concorso di colpa del capotreno». Poi ha chiesto perché non fosse stata presa a Follonica, cioè al suo arrivo. Quando è stato annunciato che il mandato stava per arrivare, stampato, Fusco ha posto un’altra questione: «Ma per chi è quel foglio? Per la cittadina italiana o per la cittadina apolide?».
Mentre nello scompartimento sono risuonate le grida «giustizia, giustizia», un agente si è presentato con l’ordinanza in mano, stampata. E a questo punto Fusco ha spostato l’attenzione su un altro argomento ancora: «C’è un errore di identificazione. Io non sono Fusco Valentina cittadina italiana ma Valentina Fusco con dichiarazione di apolidia del 2022. Io non sono questa. Volete andare avanti? Non sono io». Infine l’ennesima richiesta, mentre i passeggeri assistevano attoniti e forse anche spazientiti per l’imprevista sosta prolungata: «Fate venire un magistrato», ha detto supportata da chi l’aveva accompagnata nella trasferta romana non autorizzata. A quel punto, ed erano passati ormai venti minuti dall’inizio della registrazione, anche la polizia ha iniziato a riprendere con il cellulare quanto stava avvenendo sul treno. Battute finali, perché dopo un paio di minuti, anche questi di tira e molla, Valentina Fusco è stata finalmente scendere dal treno, di peso. Il capotreno ha fischiato una prima volta per dare il via libera ma il treno non si è mosso: Fusco è rimasta seduta sul marciapiede. Un minuto più tardi un nuovo fischio («dobbiamo partire»), le porte del treno si sono chiuse, le riprese effettuate da chi era rimasto all’interno dello scompartimento sono terminate.
Fra venti giorni, in Tribunale, il proseguimento del processo per l’ipotesi di resistenza davanti alla Questura.
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