Il Tirreno

Grosseto

Pericolo per i 4 zampe

Orbetello, la denuncia: «I pescatori lasciano le esche in spiaggia e il mio cane ha rischiato di morire»

di Ivana Agostini
Orbetello, la denuncia: «I pescatori lasciano le esche in spiaggia e il mio cane ha rischiato di morire»

Appello di una cittadina: «Non lasciate oggetti pericolosi»

12 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





CAPALBIO. «I pescatori che frequentano le spiagge facciano attenzione a non lasciare esche e ami sulla spiaggia. Il mio cane ha rischiato di morire». L’appello arriva da una donna che vive a Capalbio, Daniela Geissel, che nelle ultime settimane ha avuto brutte esperienze proprio a causa degli ami lasciati sulla spiaggia dopo le battute di pesca. «Il mio cane – racconta al Tirreno – ha ingoiato un amo con esca in Feniglia, lato Ansedonia, che è poi finito nello stomaco». La donna che spesso porta il suo cane a passeggio sulla spiaggia è corsa subito dal suo veterinario che le ha consigliato cosa fare.

«Per fortuna – aggiunge – con una dieta specifica e monitorata è riuscito a espellerlo e questo gli ha salvato la vita. Se così non fosse stato avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico molto pericoloso e lungo. I pescatori devono essere educati perché queste esche che loro lasciano sulla spiaggia possono essere molto pericolose». In molte occasioni chi porta i cani sulle spiagge per correre o fa una passeggiata insieme al suo amico a 4 zampe si imbatte nei resti di pescatori che non portano via le loro esche e gli ami che costituiscono quindi un pericolo per gli animali. Lo sono anche per i bambini piccoli che hanno anche la tendenza a mettere in bocca tutto quello che capita loro a tiro. Geissel lancia un appello e invita tutti a un comportamento caratterizzato dal senso civico. La donna, sempre nelle scorse settimane ha poi trovato, nella zona dell’Ultima spiaggia, una tartaruga spiaggiata.

«Ho cambiato zona per portare a passeggio il mio cane e sono andata vicino alla bau beach in quel tratto di spiaggia quasi al confine col Lazio – racconta – proprio per evitare gli ami che c’erano ad Ansedonia visto la cattiva esperienza che avevo avuto ma ho trovato un’altra brutta sorpresa: la tartaruga che ho trovato era morta a causa di una rapala (pesciolino finto che si usa per pescare) con filo da pesca avvolto intorno». La donna ricorda come sia altamente rischioso per un cane ma anche per un bambino mettere in bocca un amo oppure, nel caso, di un cane, ingoiarlo. «Non sono cose da sottovalutare e quando si va a pesca – continua – bisognerebbe ricordare che sulla spiaggia non dovrebbero essere lasciati rifiuti in modo particolare quelli che possono risultare pericolosi per gli animali che la frequentano e per i bambini. Spero che il mio appello non cada nel vuoto e che siano anche i pescatori civili a invitare i loro colleghi a comportarsi in maniera adeguata quando vanno a pescare sulla spiaggia o in altro luogo». Ovviamente non sono tutti così e Daniela Geissel si rivolge a loro perché invitino i loro colleghi a comportarsi bene.

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni