Grosseto, ex insegnante rischiò di morire dentro casa: «Chi sono gli angeli che mi hanno salvata»
La donna, per 40 anni docente alla scuole medie, ricorda la drammatica notte vissuta nel condominio ex Rama. Un fumo acre invase gli alloggi: «Oggi sono viva grazie ai vigili del fuoco»
GROSSETO. «Ero svenuta nel divano di casa e quando ho riaperto gli occhi ho visto accanto a me, tutto avvolto dal fumo, un vigile del fuoco con una luce accesa. Ho pensato che fosse un angelo venuto a salvarmi».
È passato un anno da quella notte e Maria Paola Marchini oggi vuol ringraziare chi la “liberò” – mentre lei era ormai priva di coscienza nel suo palazzo di via Damiano Chiesa/via Oberdan – dalle esalazioni partite dal corto circuito di un contatore nel vano scale del suo palazzo. Per lei e gli altri condòmini fu una notte drammatica in cui solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco molti inquilini oggi possono raccontare quel che successe.
Succede tutto il 28 febbraio 2022 intorno alle 22,30, quando nel cortile riecheggiano le urla terrorizzate di chi vive nel palazzo. C’è chi fugge nel terrazzino chiedendo aiuto, qualcuno ha il neonato in braccio. Gli alloggi sono impregnati da un fumo nero, denso e acre, che si diffonde anche nel cortile. Vive qua da quasi lustri Maria Paola Marchini, che per 40 anni è stata docente di lettere alle scuole medie Vico. La sua casa è al civico 7/E di via Damiano Chiesa, una zona che l’aveva sempre affascinata. «Mi aveva colpita una siepe di lavanda che faceva un profumo incredibile e che oggi non c’è più», racconta oggi con nostalgia.
Quella notte la donna sta leggendo un libro a letto; a un certo punto la luce se ne va e lei s’alza per vedere se è un problema suo o del palazzo. Apre la porta e anche nel pianerottolo è tutto buio. «Noto un chiarore che arriva dalla finestra del cortile e lì per lì penso (sbagliando) che siano le fiamme di un incendio, invece è solo il riflesso della luce gialla dei lampioni...». Non c’è alcun rogo. In compenso c’è un maledetto fumo che intossica l’aria. Da lì inizia il calvario.
Ogni manovra tra casa e pianerottolo – sia affacciandosi sulle scale che aprendo la porta-finestra – si rivela sempre più complicata per via del fumo che entra. Nel palazzo si diffonde il panico, le urla arrivano dal piano superiore. Una mamma con i bambini grida disperata: «Aiutateci». Fuori la gente si assiepa nel cortile impaurita e partono le richieste di soccorso.
Nel frattempo una vicina bussa alla porta di casa di Maria Paola Marchini. È riuscita a scendere le scale fermandosi al suo pianerottolo, al primo piano. «Mi fa entrare?». È disorientata, agitata. La donna le apre la porta e lei raggiunge l’acquaio, si distende a terra nella sua cucina. Invece la padrona di casa cerca di star ferma e mantenere il respiro: «Mi dirigo verso il divano aspettando i vigili del fuoco e mi rassegno. Il fumo mi blocca la respirazione e cerco di tenere la bocca chiusa. La verità è che non mi rendo conto che sto perdendo i sensi».
Veloci arrivano i vigili del fuoco, che salgono con l’autoscala, raggiungono gli alloggi e iniziano a mettere in salvo le persone. Perlustrano e setacciano tutto con cura. Nell’appartamento di Maria Paola Marchini trovano le due donne in una situazione critica. Una nel divano, l’altra sdraiata vicino all’acquaio.
«Quando riapro gli occhi nel divano - racconta Marchini - mi trovo accanto un vigile con una lampada puntata: penso che sia arrivato un angelo. Lui mi porta fino al balcone dove l’autoscala mi fa atterrare giù». Era cosciente? «No – scherza lei oggi – Purtroppo mi sono persa il meglio! ».
La donna viene caricata in ambulanza e portata in ospedale. I soccorritori del 118 le chiedono come si chiami e se a casa ci siano altre persone con me. «Rispondo che c’era una vicina e mi dicono di non preoccuparmi, perché era stata già presa. Morale: alle 22,30 la luce se n’era andata e alle 23,35 ero già in ospedale con l’ossigeno. I soccorsi sono stati ottimi».
Al Misericordia la donna è rimasta due giorni. Un penetrante odore di fuliggine le è rimasto appiccicato a lungo, facendola sentire «uno spazzacamino». A distanza di tempo resta il ricordo di una notte drammatica che poteva finire male, ma «conservo in me anche la gratitudine nei confronti dei vigili del fuoco per quello che hanno fatto e fanno, anche a costo di rischiare la vita».
La signora, da quel giorno, non è ancora rientrata a casa: è ancora ospite di sua sorella Giuliana, alla quale è molto legata. «Dopo quel che è successo il mio appartamento era diventato inagibile e molto danneggiato, tutte le stanze nere. I lavori sono finiti a settembre scorso; a quel punto potevo rientrare ma ho iniziato a farne altri che sono ancora in corso».
Prima o poi Marchini rientrerà nell’appartamento, ma intanto a distanza di un anno è felice d’esserne uscita sana e salva. «Ringrazio mia sorella che mi ha ospitato facendo di questo terribile periodo che ho vissuto un momento di grande affetto tra noi. E ringrazio i vigili del fuoco che mi hanno permesso oggi di essere qua, a raccontarvi tutto questo».