Autovelox, perseguitato dal Comune per 2,8 euro
Castiglione: odissea per un pensionato a causa di un errore nel pagamento di una multa per eccesso di velocità
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. A volte conciliare non basta. A distanza di tempo quella stessa multa può tornare indietro sotto forma di preavviso di fermo amministrativo o di cartella esattoriale, al pari di un vecchio debito. Devi dimostrarlo che hai pagato, che hai pagato tutto. Che lo hai fatto bene.
E se poi il giudice ti dà ragione, di nuovo può accadere che l’impiegato di un Comune o di Equitalia si distragga e tu debba ricominciare da capo. Ovviamente con un avvocato al fianco. È quanto è accaduto di recente a un settantenne grossetano che qualche anno fa (era il 2012) ebbe la sfortuna di vedersi notificata una contravvenzione (per eccesso di velocità) dal Comune di Castiglione della Pescaia. Il pagamento fu fatto nell’immediatezza della notifica, ma su un bollettino sbagliato, per una cifra inferiore di 2,8 euro rispetto a quella dovuta, che era di 174,70 euro.
«L’equivoco - racconta l’avvocato Tommaso Galletti, che ha assistito lo sventurato automobilista - nacque perché all’epoca alcuni Comuni inviavano, con la busta verde, due diversi bollettini. Il cittadino sanzionato, a seconda della modalità di notifica, avrebbe dovuto sapere quale pagare. Il mio assistito, in pratica, sbagliò l’importo. E da quel giorno non ha più avuto pace. Il suo errore - di 2 euro e 80 centesimi - non è stato perdonato. Anzi, l’amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia, con il concorso di Equitalia, ci ha costretto per due volte ad andare davanti a un giudice».
La prima volta l'anziano fu chiamato a pagare di nuovo e per intero la sanzione dovuta, invece dei pochi spiccioli di differenza. Davanti al giudice di pace - era il 2013 - il multato, attraverso il suo avvocato, presentò il bollettino saldato con l’importo lievemente inferiore, opponendosi di fatto alla nuova cartella di pagamento. Il giudice di pace di Grosseto annullò la cartella esattoriale, dando ragione all’automobilista, che comunque la multa l’aveva saldata (addirittura tre giorni dopo averne ricevuto notifica). Ma il Comune - e qui si reitera l’errore - non ha mai preso atto di quella sentenza passata in giudicato. «E così - prosegue l’avvocato Galletti - a primavera di quest’anno ci siamo visti arrivare, addirittura, un preavviso di fermo della macchina e una cifra da pagare ulteriormente lievitata. Potete immaginare lo stato d’animo del mio cliente. Si trattava, però, di un’evidente intimazione in difetto del titolo esecutivo indicato, cioè quello annullato dal giudice di pace quasi tre anni prima. Di conseguenza siamo stati costretti ad andare di nuovo davanti al giudice, mentre il Comune nel frattempo revocava in autotutela l’atto impugnato, riconoscendo finalmente i suoi errori».
Nei giorni scorsi è arrivato il definitivo pronunciamento sul pasticciaccio dei 2,8 euro. La sentenza - si spera definitiva - ha stabilito l’estinzione del processo per cessata materia del contendere, condannando il Comune alla liquidazione delle spese di lite. Per recuperare 2,8 euro l’amministrazione ne liquiderà, ora (dopo tre anni), oltre 500. Ovviamente chi ha commesso il doppio errore non si saprà mai...