Indagini su Crase e Wwf dal 2004 al 2011
Semproniano, due sospettati per peculato e truffa in relazione alla destinazione degli animali esotici
SEMPRONIANO. Sono due gli indagati per i presunti illeciti legati alla gestione del Crase di Semproniano, il centro che si occupa degli animali esotici sequestrati in fase di indagine o confiscati al termine di procedimenti penali.
Sono i due responsabili per le sedi del Wwf di Roma e del centro maremmano, nei cui locali (ma anche nelle abitazioni) martedì sono avvenute le perquisizioni con sequestri ordinate dal pm Salvatore Ferraro. Peculato mediante profitto dell’errore altrui e truffa sono le ipotesi sulle quali si muove l’indagine del corpo forestale, che cerca di far luce sulla destinazione degli animali non commerciabili (come ad esempio il pappagallo Ara fronte rossa da reinserire in Bolivia). Un’indagine che ha un arco temporale che va dal 2004 al 2011 passando per atti stipulati nel 2007, nel 2009 e nel 2010 e che ha comportato l’acquisizione di documenti e personal computer. Con sequestro di documenti che riguardano anche l’attività del Crasm (il centro di recupero della fauna selvatica) che invece non è indicato nell’oggetto di indagine e che ha una convenzione non con il ministero dell’Ambiente ma con le Province di Siena e Grosseto.
Poco meno di un migliaio gli animali ospiti del centro dove anche ieri gli uomini della Forestale sono andati per completare la catalogazione degli esemplari presenti, accuditi tramite volontari e con trecentomila euro con i quali in un anno, fa sapere il Wwf, a mala pena si comprano 6 tonnellate di semi vari, 360 quintali di carne, 180 di frutta e verdura fresca, centinaia di metri cubi di acqua e migliaia di kw di energia elettrica. Ci sono attualmente8 tigri sequestrate alla malavita o ai circhi, 3 leoni, circa 300 pappagalli, 400 rettili (per lo più testuggini), alcune decine di rapaci tra cui diversi avvoltoi, una quarantina di scimmie di varie specie tra le quali un gibbone dalle mani bianche, procioni, una volpe argentata, un fennec.
Anche ieri, necessariamente, l’attività è andata avanti. «Potrebbe caso mai trovarsi in difficoltà la gestione dei documenti in mancanza di pc e altri mezzi- fa osservare il legale del Wwf, Roberto Burzi - Comunque presenteremo riesame per il dissequestro. L’attività di verifica delle notizie arrivate è doverosa, tanto più che Wwf e Crase hanno rapporti con gli enti pubblici. Quel che lascia perplessi è l’acquisizione di documenti che oggettivamente non sono indicati nel decreto».
Altri documenti (dal 2006 a oggi) riguardanti contabilità, convenzioni e giustificativi di spese erano stati consegnati in copia dal Wwf Roma al Cites già a dicembre. Adesso sono stati sequestrati in originale.
Da parte sua, il Wwf Roma definisce «infamante l’accusa di vendita e traffico illecito di animali», dichiarandosi «sereno rispetto alle ispezioni», che «si sono svolte in questi giorni in un clima di totale collaborazione». Secondo il Wwf l’esposto che avrebbe dato inizio all’indagine «va letto alla luce del ruolo che questo centro e l’intero Wwf svolge da anni come presidio contro il traffico illegale e bracconaggio di animali selvatici ed esotici».
E a fianco del Wwf si schiera il consiglio direttivo nazionale della Lega antivivisezione. La Lav si dice «convinta che al più presto si potrà confermare la piena legittimità di ogni attività del centro, ribadendone ancora di più la fondamentale importanza nel panorama italiano e internazionale per la tutela degli animali e il rispetto della legge».