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Fiorentina, l’Europa chiama e Palladino cambia tutto

di Francesco Gensini
Il tecnico viola
Il tecnico viola

La Viola scenderà in campo senza Martinez Quarta, Ranieri e Comuzzo

02 ottobre 2024
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FIRENZE. Sarà una Fiorentina differente per non dire molto differente quella che nella sera di giovedì 3 ottobre giocherà la prima partita della fase a gironi di Conference League contro The New Saints rispetto a quella di domenica 29 settembre a Empoli: e l’assenza per squalifica di Martinez Quarta, Ranieri e Comuzzo c’entra fino a un certo punto, perché Palladino da una parte ha bisogno comunque di far rifiatare i calciatori più impiegati finora e dall’altra sfrutterà il “debutto” in Europa per attingere a nuove risorse dal gruppo e valutarle.
Quella serata che pesa
Da ricordare che i tre sopra non sono disponibili per le espulsioni rimediate nel rocambolesco ritorno dei playoff contro l’Akademia Puskas: l’argentino dalla panchina per proteste durate il convulso finale della partita, il centrale classe 1999 in occasione del fallo da rigore che poi realizzato dagli ungheresi ha protratto la sfida oltre i tempi regolamentari, l’altro centrale classe 2005 per una doppia ammonizione nei supplementari (una di troppo per eccesso di zelo) quando l’arbitro ha lasciato la Fiorentina in nove contro undici. Tre difensori (tre centrali) fuori in un colpo sono un problema per il tecnico campano nelle scelte da fare, anche tenuto conto che Pongracic sta recuperando da un problema muscolare che l’ha tenuto fuori nelle ultime due partite di campionato e non potrà essere al meglio. Questione che Palladino sta già affrontando dall’allenamento di martedì 1 ottobre, ma qui il focus è sulla rivoluzione (mezza, anzi mezza abbondante) che riguarderà la formazione di partenza, portando di nuovo in superficie almeno tre-quattro elementi della rosa finiti ai margini o quasi nel settembre di campionato appena messo alle spalle: e il riferimento non può che essere in primis a Beltran (133 minuti disputati) , Kayode (99 minuti) , Richardson (226 minuti) e Parisi (261) che molto poco o poco sono stati coinvolti nelle vicende della squadra viola tra Monza, Atalanta, Lazio ed Empoli, con ovvie e inevitabili domande sui motivi e su come possono tornare utili per contribuire a dare una svolta ai risultati della Fiorentina.

Bisogno di risposte

La prima e significativa risposta ci sarà subito in Conference League, appuntamento da non fallire sia per il valore abbastanza modesto degli avversari gallesi e sia per dare vitalità e spinta a un ambiente sottotono per le difficoltà finora manifestate da Biraghi e compagni: non vederli in campo contro The New Saints sarebbe una risposta definitiva (quella sì) sul loro ruolo ormai marginale – e allora ne andrebbero davvero capite le ragioni – quando siamo all’inizio di ottobre con un mese appena di stagione alle spalle, ma veramente tutto lascia pensare che così non sarà: ragioni al momento non ce ne sono se non quelle relative alle scelte tecnico-tattiche di Palladino per trovare la quadra all’identità di squadra puntando più o meno sugli stessi calciatori. Giovedì 3 ottobre, però, cambierà punto d’osservazione affidandosi anche a Beltran, Kayode, Richardson e Parisi: quindi, la palla in tutti i sensi passa a chi avrà l’occasione giusta per mettersi in mostra e non può permettersi di fallirla. Soprattutto l’argentino e l’esterno destro: averli visti così ai margini del percorso finora della Fiorentina lascia una sensazione tra il dubbio fortissimo e la sorpresa altrettanto marcata, specie ripensando all’investimento fatto per portare l’ex River Plate da un lato e per tenere il terzino classe 2004 sempre a Firenze rimandando indietro un’offerta da oltre venti milioni poche settimane fa. Ecco perché l’occasione diventa anche un esame, da sfruttare e passare l’una e l’altro così da aprirsi un orizzonte diverso, e il discorso vale anche per il mediano marocchino e per l’esterno ex Empoli, altri investimenti da una decina di milioni a testa, altri prospetti per il futuro viola: ma il futuro è adesso.



 

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