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Firenze, i precari degli Uffizi alzano la voce: «Noi sfruttati e poi scaricati»

di Redazione Firenze

	Lavoratori e sindacalisti nel piazzale degli Uffizi
Lavoratori e sindacalisti nel piazzale degli Uffizi

Il cambio di appalto ha lasciato senza lavoro decine di persone. Da settembre la nuova gestione ha confermato solo i dipendenti assunti a tempo indeterminato. Il Sudd Cobas chiede l’intervento di Regione Comune

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FIRENZE. Anni e anni vissuti da precari, poi un cambio di appalto e – di punto in bianco – lasciati a casa. Si può riassumere così la vicenda che riguarda decine di lavoratori e lavoratrici in appalto delle Gallerie degli Uffizi, dei Musei fiorentini sotto la Direzione Regionale Musei Toscana e dell’Opificio delle Pietre Dure. Si tratta del personale addetto a sorveglianza, accoglienza, biglietteria, bookshop, guardaroba. Stamattina, 23 dicembre, i precari, sostenuti dal sindacato Sudd Cobas, hanno fatto sentire la loro voce nel piazzale degli Uffizi.

Il problema è esploso in seguito all’ultimo cambio di appalto che ha visto a settembre uscire dalla gestione dei servizi la società Opera Laboratori Fiorentini Spa, società che si era aggiudicata l’appalto fin dal 2006. A subentrare è stata la CoopCulture. Il cambio di appalto, sostiene il Sudd Cobas, è stato gestito in modo che solamente i lavoratori assunti a tempo indeterminato conservassero il posto di lavoro con l’assunzione da parte delle società subentranti.

A rimanere escluso è stato un esercito di precari. Tra di loro ci sono persone che hanno lavorato in questo appalto per più di dieci anni senza mai vedersi riconoscere un contratto a tempo indeterminato. «A questi lavoratori e lavoratrici dopo il danno è arrivata la beffa – sostiene il sindacato – Non solo hanno dovuto trascorrere anni tenuti continuamente in bilico da una successione incredibile di contratti a scadenza, ma si sono ritrovati ad essere invisibili ed esclusi nel momento in cui si trattava di garantire la continuità occupazionale di tutti e tutte».

Per questo una decina di loro a novembre si sono rivolti al Sudd Cobas. I loro contratti sono scaduti con il cambio appalto. Nel frattempo Coop Culture, l’azienda che ha vinto l’appalto, sta assumendo nuovi lavoratori precari con contratti questa volta a chiamata.

«Il problema viene da lontano e la verità è che questi lavoratori avrebbero dovuto avere già da molto tempo un contratto a tempo indeterminato – accusa il sindacato – È impossibile giustificare l’incredibile abuso che è stato fatto dei contratti precari in una delle realtà turistiche più importanti al mondo».

Le Gallerie degli Uffizi, ricorda il sindacato, sono il museo più visitato d’Italia e attraggono in città milioni di visitatori da tutto il mondo (più di 5 milioni quelli registrati nel 2024), garantendo non solo incassi milionari per il museo (più 60 milioni di euro annui) ma di fatto alimentando in maniera importante l’intera industria turistica di Firenze. Senza i lavoratori precari sarebbe stato impossibile tenere aperti gli Uffizi e gli altri musei dell’appalto». Ora i lavoratori superstiti sono spezzettati tra chi ha un contratto col Ministero, altri con la Ales Spa, lavoratori stabilizzati con Coop Culture, contratti a chiamata con CoopCulture, lavoratori Dussman con il contratto multiservizi, e lavoratori assunti con agenzia interinale.

Il Sudd Cobas ha chiesto a Comune e Regione di farsi carico del futuro di chi è rimasto senza lavoro e ha annunciato una manifestazione il 4 gennaio davanti agli Uffizi.

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