Maxi furto nel cuore di Firenze, razzia nella gioielleria storica. Il titolare: “La mia vita distrutta in un minuto”
La banda ha portato via centinaia di migliaia di euro in oro e preziosi. Per far perdere le tracce i ladri hanno usato una tecnica particolare, usando anche fumogeni
FIRENZE Firenze, centro storico. Nella notte tra Ferragosto e sabato, il silenzio di vicolo dei Cerchi è stato squarciato da un colpo studiato nei minimi dettagli: una banda di ladri, a volto coperto, ha assaltato la gioielleria di Jean Saadé, 58 anni, orefice di origini libanesi che dal 1998 gestisce il suo negozio tra piazza Duomo e piazza della Signoria, in quello che fu l’antico reticolo medievale dove visse Dante.
Erano le ore 2, quando la centrale dei vigilantes ha segnalato l’allarme. Saadé, svegliato di soprassalto a casa, ha assistito in diretta alle immagini delle telecamere di sicurezza dal suo cellulare: i ladri erano già all’opera. «Ho gridato, mia moglie mi seguiva, ma erano già fuggiti», racconta l’orefice con la voce rotta dall’amarezza. Il colpo è durato poco più di un minuto e mezzo, ma ha cancellato la serenità di una vita costruita tra gioielli e dedizione artigiana.
I malviventi hanno agito con precisione chirurgica.
La saracinesca è stata scassinata, le vetrine non blindate svuotate dei loro tesori. Per bloccare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, un’auto rubata è stata lasciata di traverso lungo la strada, mentre altre vetture di supporto erano parcheggiate nelle vicinanze. Durante la fuga, piedi di porco, martelli e attrezzi vari sono stati persi lungo il percorso, così come alcune catene d’oro e gioielli che non sono riusciti a portare via. La banda ha sparato fumogeni e scaricato estintori per coprire le proprie tracce, agendo in piena notte senza destare attenzione, nonostante la presenza di decine di telecamere pubbliche nel centro storico.
Secondo le prime ricostruzioni, almeno quattro uomini hanno operato direttamente in gioielleria, ma il bottino potrebbe essere spartito tra una decina di complici, tra “pali”, basisti e addetti al supporto logistico. Il valore della refurtiva è stimato in centinaia di migliaia di euro, ma l’inventario completo è ancora in corso. Il colpo ha minato non solo il patrimonio materiale dell’orefice, ma anche la sua dimensione familiare e professionale.
«Mi hanno buttato giù – confessa Saadé – il sogno della mia vita, la serenità della mia famiglia, svanita in un minuto e mezzo». La squadra mobile della Questura di Firenze ha aperto le indagini: l’obiettivo è risalire alla banda attraverso le immagini delle telecamere pubbliche e private, la sequenza dei veicoli rubati e gli arnesi abbandonati sul posto. Il centro storico, solitamente tranquillo nelle ore notturne, è rimasto scosso dall’eco di un assalto audace che mette in luce la vulnerabilità di alcune attività commerciali storiche, pur collocate in zone ad alta sorveglianza.
Il maxi-furto di vicolo dei Cerchi diventa così uno dei colpi più rilevanti degli ultimi anni nel cuore di Firenze, dove storia e modernità convivono, ma dove la criminalità organizzata sa muoversi con una pianificazione quasi chirurgica, lasciando dietro di sé solo silenzio, paura e un vuoto difficile da colmare. l