Firenze, a oltre due anni dal blitz di Ultima Generazione ancora le macchie dell’eco-attacco sulla facciata di Palazzo Vecchio
Sulla parete di pietre medievali sono rimaste striature di vernice arancione lasciate dagli attivisti: ora serve un restauro speciale per ripulirla dall’imbrattamento
FIRENZE La corsa del sindaco di Firenze Dario Nardella e il placcaggio dell’attivista che ha appena imbrattato di vernice il muro di Palazzo Vecchio. La rabbia e lo sconforto di fronte allo scempio arancione messo in atto da Ultima Generazione. Immagini che nel marzo 2023 fecero il giro del mondo e un gesto, l’imbrattamento, che a più di due anni di distanza continua a destare preoccupazioni. Perché sulla facciata dio Palazzo Vecchio, dietro il Biancone e il David, a due passi dal Perseo, ci sono ancora striature arancioni. Altro che vernice lavabile e gesto solo simbolico. Lo sfregio sulle pietre c’è ancora, macchia la storia e la bellezza. E adesso il Comune dovrà procedere a un restauro speciale.
L’imbrattamento
«L’attacco all’arte, a cultura e bellezza, che sono inermi davanti alla violenza e nascono per l’umanità, non può mai giustificare la battaglia per una causa, anche la più condivisibile», scriveva l’allora sindaco Nardella. Gli attivisti facevano parte della campagna "Non paghiamo il fossile", promossa da Ultima Generazione, Scientist Rebellion e Veglie contro le morti in mare. Il mese prima avevano imbrattato il palazzo del Pegaso e nel gennaio 2023 la sede fiorentina del Mef. Il 17 marzo 2023, bloccati gli attivisti sull’arengario e riportata la calma in piazza della Signoria, apparve chiara l’urgenza di rimuovere quel tappeto di vernice dalla facciata di Palazzo Vecchio, sede del Comune e simbolo della città e del Rinascimento nel mondo. Si doveva fare in fretta e così chi era in piazza in quel momento si mise all’opera.
Dopo l’eco-assalto
«Siamo stati fortunati - raccontò poi Nardella - perché sul posto erano presenti i restauratori che si sono messi tutti al lavoro per lavare la facciata con gli idranti, insieme con i tecnici della Fabbrica di Palazzo Vecchio, la Polizia municipale e i Vigili del fuoco. Anch’io ho dato una mano, hanno aiutato anche la vicesindaca Alessia Bettini e il consigliere Mirco Rufilli». In poche ore la facciata di Palazzo Vecchio sembrò tornare alla normalità. E tutti tirarono un sospiro di sollievo. Servirono 5mila litri d’acqua.
I conci di pietra forte
Ma solo il grosso della vernice era stata lavata via dalla facciata di Palazzo Vecchio. In una relazione della settimana successiva, gli uffici tecnici del Comune stabilirono che l’imbrattamento aveva interessato un’area di 121 metri quadrati, stimarono il danno in poco più di 36mila euro e scoprirono che non tutta la vernice usata dagli attivisti se n’era andata. «Sono state identificate ancora numerose zone - si legge nella relazione - in corrispondenza specialmente delle fughe di calce e anche sui conci di facciata in pietra forte, nelle quali la vernice si è infiltrata nella grana del legante o restata sulla superficie delle bozze, per cui si rende indispensabile un intervento di pulitura più selettivo, con impacchi di polpa di carta e carbonato d’ammonio e successiva equilibratura dei colori, tramite ritocco cromatico con ossidi e terre naturali».
La pulizia
A più di due anni di distanza, la pulizia definitiva della facciata di Palazzo Vecchio si avvicina. La compagnia assicurativa del Comune ha accertato un danno di 26.200, di cui la maggior parte è stata versata lo scorso gennaio. Con la seconda variazione di bilancio 2025/2027, Palazzo Vecchio ha destinato la cifra alla verifica del danneggiamento e al «risanamento conservativo su porzione di facciata dell’Arengario».