Mesi passati a vandalizzare auto. Ora il “cecchino” patteggia 6 mesi
Si chiude la vicenda giudiziaria dell’anziano, che adesso vive in campagna
FIRENZE. Si è conclusa la vicenda giudiziaria che ha visto come protagonista un anziano di 77 anni, residente in via Toselli, accusato di aver infranto in modo seriale i finestrini delle auto in sosta nella sua strada, colpendoli usando una fionda artigianale e dei bulloni come proiettili. L’uomo, noto nella zona come “il cecchino delle auto”, ha patteggiato una condanna a sei mesi di reclusione, pena sospesa. Ad assisterlo nel procedimento a suo carico è stata l’avvocato Amelia Vetrone. Il gup ha dichiarato la pena sospesa e disposto la non menzione della condanna nel casellario giudiziale. Nel frattempo il settantasettenne, che era diventato il terrore del quartiere, e soprattutto dei suoi vicini di casa, ha lasciato il suo appartamento – e quindi anche la finestra dello studio da dove, secondo l’accusa, si appostava munito di fionda per colpire i veicoli – per andare a vivere in campagna. Adesso abita in una zona isolata in provincia di Firenze, un luogo dove, sempre ammesso che sia davvero lui l’autore dei danneggiamenti, non troverà finestrini di auto da infrangere con la fionda.
L’anziano era accusato di una lunga serie di reati. Oltre ovviamente al danneggiamento, minacce, imbrattamento, resistenza a pubblico ufficiale. È stato invece assolto dalla contestazione di detenzione illegale di armi.
A più riprese carabinieri e polizia, allertati dai residenti della zona ormai esasperati per la situazione, sono intervenuti e hanno perquisito il suo appartamento. Secondo le indagini coordinate dal pm Giovanni Solinas, tra novembre 2021 e agosto 2022 avrebbe infranto i vetri di almeno dieci auto, armato di fionda e bulloni. Una volta gli sono stati sequestrati una fionda e un sacchetto di bulloni. Dopo il primo sequestro però l’uomo ha imparato a fabbricarsi delle fionde artigianali in legno: almeno due quelle che sono finite nelle mani delle forze dell’ordine negli scorsi mesi. Poi ci sarebbero state le minacce rivolte a una vicina di casa, anche via telefono: «Questa è l’ultima chiamata – le avrebbe detto in una circostanza – perché la vita finisce per entrambi». Secondo l’accusa poi ha distrutto il campanello dei dirimpettai, e imbrattato con della schiuma il terrazzo dei vicini del piano di sotto, in più occasioni. Tutte accuse a fronte delle quali l’uomo si è sempre proclamato innocente. Avrebbe minacciato anche un altro vicino, colpevole di aver chiamato le forze dell’ordine. «Mi hai denunciato – gli avrebbe detto –, ora state attenti a cosa fate perché le pagate tutte».
L’anziano a sua volta ha anche sporto denuncia contro un negoziante della zona, che lo aveva accusato di aver rotto il finestrino del suo furgone. Questo episodio non fa parte del fascicolo dell’inchiesta finita col patteggiamento, e le indagini sono ancora in corso. La vicenda risale allo scorso ottobre. Accortosi del danneggiamento il proprietario, un negoziante della zona, è venuto alle mani con l’anziano, che ha avuto la peggio. Il settantasettenne è ancora costretto a letto per le ferite riportate, e ha presentato querela in questura per lesioni gravi contro il suo presunto aggressore. In base alla denuncia, il negoziante lo avrebbe preso a pugni facendolo cadere a terra, e poi lo avrebbe colpito con dei calci.