Premio Montale fuori casa, Bonsanti premiata per la sezione "Il genio delle donne”
Giornalista ed ex direttrice del Tirreno è stata omaggiata al Gabinetto Vieusseux
Il valore della cultura come testimonianza di libertà, come forza di verità. L’intera storia di Sandra Bonsanti, come giornalista, come parlamentare e come autrice, racconta l’efficacia della parola, dell’arte, della cultura come affermazione di ciò che è vero - e giusto. Per questo ieri sera, in quel luogo suggestivo e ricco di significato che è il Gabinetto Vieusseux, è stata insignita del "Premio Montale Fuori di Casa", per la sezione "Il genio delle donne", il cui nome deriva dal nomignolo con cui Marianna, sorella del poeta, amava chiamarlo -’genius’- con un significativo utilizzo del diminutivo. Il riconoscimento è stato determinato dalla vocazione propria di Sandra Bonsanti alla testimonianza, valore che ha portato nella sua opera di giornalista, di scrittrice e di deputata, che parte da lontano ed è quindi identificabile come sua propria genialità culturale’, come si legge nella motivazione. «Credo che la cultura possa fare molto, lo credo ancora oggi, con forza, nonostante le difficoltà che stiamo attraversando«, ha commentato Bonsanti. «La parola ha un ruolo importante e ci sarà da raccogliere tutte le nostre energie per riaffermarla, per riaffermare le parole di libertà. La memoria va conservata e si deve partire dalle famiglie per farlo. Per molto tempo non lo abbiamo fatto, ora è tornato il momento di tornare a lavorare con i nostri giovani». Di fatto una celebrazione’in casa’per la scrittrice, il cui nome di famiglia è inscritto nelle pieghe della storia di questa eccellente istituzione: il padre Alessandro, grande amico di Eugenio Montale e suo successore alla direzione del gabinetto per quarant’anni, ha contribuito in modo fondamentale alla sua affermazione. E Sandra, tra queste mura, ci è cresciuta, le conosce bene: «Ricordo mio padre con i falegnami mentre costruiva questa biblioteca, quindi per me essere qui ha un significato davvero speciale» ha aggiunto la scrittrice. «Posso solo ringraziare di poter vivere qui, nella nostra Firenze - non mia, nostra» . E soprattutto qui ha respirato quei valori antifascisti che vennero coltivati anche nei tempi difficili del ventennio, durante i quali, come ha raccontato la presidentessa del premio, Adriana Beverini, gli intellettuali che si riunivano al Vieusseux «espressero il proprio dissenso non con le armi ma continuando a proporre una cultura aperta all’Europa e al mondo». Un messaggio straordinariamente attuale, così come le parole di Bonsanti che, da appassionata giornalista prima e da emozionante scrittrice di saggi e memorie ora, regala pagine vibranti, capaci di attraversare la storia e arrivare a un oggi pericolosamente vicino a quel tempo che speravamo sepolto nella Storia. Il suo libro "Stanotte dormirai nel letto del re", pubblicato dalla casa editrice Rosellina Archinto, che è stato al centro della cerimonia di premiazione per il suo valore rappresentativo di tutta la vita della Bonsanti è una testimonianza commovente di ciò che è stato e che riesce - come ha sottolineato il responsabile delle relazioni istituzionali del presidente della Toscana Alessandro Lo Presti - a parlare attraverso le proprie memorie familiari della storia di tutta la città, come solo i grandi scrittori sanno fare. "Dipingevano mentre tutto tremava", "I libri erano l’arma per sfidare la dittatura" "così noi bambini imparammo a capire che qualcosa che si chiamava’arte’era più forte di tutto, nasceva nel pensiero delle persone, nello sguardo, nell’anima e restava per sempre". Sfogliare il libro di Sandra Bonsanti è trovare la conferma che la cultura è il primo strumento per vincere il silenzio umano che la dittatura comporta. Uno strumento di cui anche un bambino può capire il significato e portarlo con sé, fiorendo poi in un adulto straordinario. l© RIPRODUZIONE RISERVATA