I rapimenti e il mostro (ma non solo): la cronaca nera vista da dietro le quinte nel Festival del giornalismo a Bibbona
L’informazione è protagonista: fra gli ospiti Andrea Cordovani che ha raccontato un episodio che vide protagonista Enzo Ferrari
BIBBONA. No, non è la trama di un film. È una storia vera quella che Andrea Cordovani, direttore di Autosprint, ha raccontato stasera, 13 settembre, durante la seconda giornata del Festival del giornalismo a Bibbona che si è svolto nella sala congressi dell’hotel Marinetta a causa del maltempo che ha reso impossibile salire sul palco allestito in piazza del Forte.
«Accadde cinquant’anni fa – ha spiegato Cordovani – nei giorni in cui il Grande Vecchio festeggia la riconquista del titolo iridato delle Rosse in F1. È la mattina di sabato 25 ottobre 1975 e mancano poche ore alla presentazione della monoposto che correrà il Mondiale di F1 1976. Due banditi vengono bloccati in corso Canalgrande a Modena mentre sono a un passo dal compiere il sequestro del secolo. La polizia sventa il rapimento mentre il Drake si sta facendo la barba nel suo negozio di fiducia. Le successive indagini faranno emergere il coinvolgimento del Clan dei Marsigliesi che in quei mesi sta seminando il terrore lungo il Paese».
Un racconto, sconosciuto ai più che Cordovani, ha raccontato nel suo ultimo libro e al pubblico, presente in sala all’Hotel Marinetta. Un tentativo di rapimento che si inserisce in una momento in cui nel Paese la paura è forte. Alla serata è intervenuto anche il giornalista Pino Rinaldi che ha ricostruito la vicenda del mostro di Firenze e che anche in questo caso c’è una pista vicina al mondo dei rapimenti, quella sarda. Una pista individuata a poi non percorsa.
Nel pomeriggio invece il dibattito ha coinvolto il giornalista Alberto Vivarelli e la neurologa e criminologa Giovanna Bellini. È in questa parte del festival che il format prevede di entrare nel vivo del tema della rassegna organizzata dal Tirreno (rappresentato dal suo direttore Cristiano Marcacci) e dal Comune di Cecina (i saluti sono stati portati dall’assessore al turismo Enzo Mulé e dalla collega alla cultura Manuela Pacchini).
Bellini e Vivarelli, stimolati dalle domande di Marcacci hanno analizzato i profili dei criminali, hanno raccontato come un giornalista possa aiutare le indagini e come si ricostruisce l’identikit di un criminale. Tra le analisi effettuate anche l’evoluzione della narrazione dei fatti di cronaca nera diventati oggi quasi serie tv. E come dice Rinaldi: «Uno dei peccati maggiori è il voler raccontare tutti i giorni una storia con uno stile preordinato a prescindere da ciò che accade, dando vita a un nuovo genere televisivo che io ho coniato col termine “soap crime”».