Rosignano, meno 6 milioni da Scapigliato: è corsa per tappare il buco
Canone in picchiata dal 2030: serve un piano per reintegrare
ROSIGNANO. La riduzione del canone di Scapigliato costerà al bilancio del Comune di Rosignano 6 milioni di euro annui in termini di entrate. E se è vero che se ne riparlerà nel 2030 – anno in cui è previsto lo stop definitivo ai conferimenti – è anche vero che bisogna pensarci per tempo andando ad aprire una riflessione su dove trovare quelle risorse. Due le prospettive possibili: aumento delle entrate (quindi più tasse) e taglio della spesa (quindi meno servizi). Ne ha parlato il dirigente comunale del settore risorse e controllo Roberto Guazzelli durante la riunione della quinta commissione a cui ha preso parte anche l’assessora al Bilancio Susanna Masoni.
«Nel 2030 – ha spiegato Guazzelli – mancheranno 6 milioni di euro (col canone in picchiata, rispetto ai 9 milioni attuali, e in ulteriore riduzione negli anni successivi ndr) oggi destinati alla spesa corrente e non è uno scherzo. Ridurre la spesa corrente di 6 milioni vuol dire intaccare anche l’erogazione dei servizi alla collettività perché è vero che possiamo economizzare delle spese ma si va a toccare nel vivo anche i servizi». «Si tratta – ha commentato il consigliere Daniele Donati – di un’analisi impietosa che ci impone di capire che cosa si voglia fare di Scapigliato».
Ciò significa che tra pochi anni, quando sarà approvato il bilancio triennale 2028 – 2030, bisognerà capire come recuperare quelle risorse. «Si può agire – ha detto Guazzelli – o sul fronte delle entrate o su quello delle spese». Lato entrate, il dirigente ha fatto degli esempi ipotizzando un possibile aumento di Imu, Tari, addizionale comunale e tassa di soggiorno. «Per quanto riguarda l’Imu possiamo agire sui fabbricali rurali, che sono esenti, e aumentare quella dei terreni agricoli e sull’uso gratuito. Mettendo tutto al massimo recupereremmo 293mila euro di entrate. Quindi una quantità irrisoria». Passando all’imposta di soggiorno «se si aumentasse a 1, 50 euro per tutti si arriverebbe a oltre 800mila euro, ma è chiaro che è complicato da fare, sebbene un po’ di margine ci sia». Mentre il passaggio alla Tarip «potrebbe portare al Comune un beneficio di bilancio di circa 2 milioni e 100mila euro».
Poi ci sono le entrate extra tributarie: multe, autovelox, mensa, nidi e parcheggi, per esempio. Tutte suscettibili di eventuali aumenti. Durante la commissione è stato sottolineato come «nel 2024 Rosignano ha incassato 23mila euro con gli autovelox, mentre di multe varie per violazioni al codice della strada 795mila euro. Piombino, invece, supera i 3 milioni, di cui 2 milioni 750mila arrivano dall’autovelox fisso». Va ricordato che prevedere nuovi autovelox adesso è complicato perché il ministero ha richiesto una ricognizione di quelli esistenti e, inoltre, i guadagni delle multe sono vincolati nella destinazione.
Si potrebbe d’altra parte agire per contrarre le spese. Qualche esempio: bollette relative agli immobili comunali, personale, affitti, trasporto pubblico, emergenza abitativa, fondo crediti dubbia esigibilità, assicurazioni e mutui. Con ogni probabilità non sarà possibile «sostenere mutui con la riduzione del canone di Scapigliato – ha sottolineato Guazzelli –. L’unico possibile sarebbe quello per una piscina» Di lavoro da fare, insomma, ce n’è parecchio. «Un suggerimento è considerare di destinare una parte del canone invece che a spese correnti a spese di investimento. Dobbiamo ridurre la spesa».
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