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Salute

Rosignano, studio epidemiologico al via: ecco le fasi e i punti “critici”

di Claudia Guarino
Rosignano, studio epidemiologico al via: ecco le fasi e i punti “critici”<br type="_moz" />

Lo studio epidemiologico sui cittadini di Rosignano è stato uno dei cavalli di battaglia elettorali delle liste a sostegno della candidatura di Claudio Marabotti

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ROSIGNANO. La prima fase della ricerca prevede l’analisi dei dati di mortalità e relativi ai ricoveri ospedalieri a partire dal 2001. Poi, in caso ci fossero «significativi addensamenti statistici», si passerà alla fase 2 indagando, questa volta, «la misura dell’associazione tra le anomalie riscontrate e la distribuzione di sostanze inquinanti da parte delle aziende del polo industriale (incluso l’aerosol marino dalle Spiagge Bianche) e quelle derivanti da Ecomar, Fornace di Gabbro e Scapigliato».

Lo studio epidemiologico sui cittadini di Rosignano è stato uno dei cavalli di battaglia elettorali delle liste a sostegno della candidatura di Claudio Marabotti sindaco e di recente, come già riportato dal Tirreno, è stato approvato l’accordo di collaborazione tra il Comune, l’Asl e il Cnr. A breve, dunque, si dovrebbe partire con la fase 1. Ma ecco che cosa c’è scritto nel patto stipulato di recente tra le parti.

Intanto l’Asl concederà i dati sanitari per realizzare lo studio, «previa richiesta motivata e nel rispetto delle norme per la tutela della privacy». Il Comune, invece, si occuperà dei dati anagrafici relativi al periodo di riferimento (dal 2001 al 2025). Il Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, e in particolar modo l’istituto di fisiologia clinica, metterà da parte sua a disposizione il proprio personale, la strumentazione e le strutture. Da qui si partirà per lo studio.

Durante la fase 1 (che durerà sei mesi e costerà al Comune 20mila euro) saranno analizzati i dati relativi a mortalità e ricoveri ospedalieri. Lo studio di questi numeri sarà finalizzato – si legge nella bozza d’accordo – «alla verifica dell’omogeneità di distribuzione per sezioni di censimento» e, eventualmente, «all’individuazione di addensamenti statisticamente significativi». Ci sarà poi lo studio della relazione tra distribuzione spaziale delle anomalie e, parallelamente, una definizione della distribuzione geografica degli inquinanti «sulla base di mappe di diffusione basate su dati satellitari, territoriali e di monitoraggio ambientale».

Dopodiché, se attraverso la fase 1 dovessero essere trovare anomalie nella distribuzione spaziale dei dati, «verrà definito il protocollo per uno studio approfondito finalizzato alla misura dell’associazione tra anomalie di mortalità e morbosità».

Tutto ciò da valutare in base alla «distribuzione di sostanze inquinanti da parte delle aziende del polo industriale e quelle derivanti dagli altri siti potenzialmente inquinati». Poi saranno resi noti i risultati. Lo scopo, lo ricordiamo, è capire se e in che grado l’esposizione a un certo tipo di elemento (un inquinante) possa essere connessa con l’insorgere di malattie o con la morte. 

 

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