Sotto sequestro il villaggio turistico Paradù
Castagneto Carducci: la Procura della Repubblica di Livorno contesta il reato di lottizzazione abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Al momento non ci sono persone denunciate
CASTAGNETO. Lottizzazione abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Questo il reato per cui la mattina del 3 dicembre sono stati apposti i sigilli alle casette del Villaggio Paradù. In località Pianetti, a Castagneto Carducci sono arrivati i carabinieri per eseguire il decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Livorno. Il villaggio è sorto sulle ceneri dell’ex Club Med, la storica struttura che ha segnato il turismo balneare tra gli anni ‘70 e ‘80 a Marina di Castagneto. Era stato inaugurato lo scorso 11 giugno: all’interno 193 case mobili in legno, tra i servizi bar con affaccio sulla spiaggia, ristorante e negozi.
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Sotto la lente degli inquirenti il meccanismo con cui il complesso turistico ha preso forma. Gli interventi urbanistici posti in essere dalla Medonoratico Srl, la società che ha dato corpo al villaggio, si sono realizzati attraverso richieste con procedura semplificata che fanno tutte riferimento al medesimo cantiere, con identico committente e le stesse ditte esecutrici. Una modalità che per gli inquirenti ha consentito di sminuire la reale portata dell’intervento, frazionandolo in molteplici realizzazioni minori, per le quali non si sono attivate le procedure richieste dal Regolamento urbanistico vigente a Castagneto Carducci. Ovvero, la predisposizione di un Piano attuativo, con un’apposita valutazione di impatto ambientale.
In particolare, viene contestata la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria: rete idrica, elettrica e fognaria. Ma anche di una strada interna cementificata e di un numero di unità prefabbricate, le cosiddette casa mobili, in assenza delle autorizzazioni urbanistiche. Ad oggi il villaggio è un intervento realizzato per circa un terzo. Al momento le case mobili realizzate sono 193, ma la prospettiva è di arrivare a 654.
L’area oggetto del sequestro è inclusa tra i beni paesaggistici soggetti a tutela. Il regolamento urbanistico, infatti, prevede la possibilità di realizzare un insediamento turistico, sul sedime del precedente villaggio, l’allora Club Med ma solo attraverso la predisposizione di un Piano attuativo. Viceversa, gli interventi consentiti sono molto limitati. In pratica, Il Regolamento urbanistico del Comune di Castagneto Carducci, in assenza di un piano attuativo, nella zona in questione non ammette trasformazioni del sistema ambientale e paesaggistico, ma solo interventi di restauro e ristrutturazione degli edifici esistenti.
Ad illustrare l’attività dei pubblici ministeri Marrara e Petralia è il procuratore generale Francesco De Leo. «La realizzazione del nuovo villaggio turistico sarebbe dovuta avvenire con case mobili, strutture temporanee che avrebbero dovuto sostituire gli originari tucul polinesiani, capanne in legno prive di servizi che l’allora Club Meditarraneé aveva installato per un ritorno alla natura tipico degli anni ’70 - spiega il procuratore generale -. Le nuove case mobili, invece, non presentano alcuna relazione con i precedenti tucul sia in quanto a forma, sagoma, superficie, volume e dotazioni impiantistiche. Lo stato iniziale mostrava un territorio in larga parte libero da manufatti e organizzato, per una parte limitata e concentrata, mediante capanne polinesiane realizzate con cannicci, ben mimetizzate nel sistema ambientale, e prive di ogni dotazione, sistemate intorno a un nucleo centrale con servizi comuni. Oggi, invece, la volumetria finale è di circa quattro volte superiore a quella iniziale per ogni casetta, con totale indipendenza e stabilità di ciascuna casa».
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Ad emettere il decreto di sequestro preventivo il giudice per le indagini preliminari Dani su richiesta dei due pubblici ministeri. Nel provvedimento si definiscono case a tutti gli effetti, realizzate con fondazioni stabili al suolo realizzate senza alcun titolo edilizio e con un titolo paesaggistico non idoneo e sufficiente. Anche gli allacci ai servizi, predisposti per ogni casetta, sono quelli tipici delle civili abitazioni. Al punto che per la procura: «Il quadro è tale che, se anche le case venissero demolite, l’originario contesto non sarebbe ripristinabile». L’attività di indagine, che si è avvalsa anche di consulenti tecnici, ha preso origine da una serie di esposti presentati alla magistratura all’inizio del 2013. Ed è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Cecina in stretta collaborazione con il comando stazione della forestale dello Stato di Cecina e la polizia municipale di Castagneto Carducci.
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Sono i numeri a dare la dimensione del progetto. A intervento completato la volumetria finale occupata andrebbe a superare di più di 2.000 volte quella iniziale. Per gli inquirenti quelle che hanno preso forma sono vere e proprie nuove opere di urbanizzazione. «Di fatto si è avuta una trasformazione, non autorizzata, da area boscata ad area urbanizzata a fini turistico/ricettivo, incompatibile con la vocazione ambientale e paesaggistica della zona come disciplinata dagli strumenti urbanistici». Del resto lo strumento urbanistico previsto dal Comune di Castagneto Carducci prevedeva una ricettività per la zona pari a 750 unità mentre la portata dell’opera, per come prevista e ricostruita dall’attività di indagine, arriverebbe a prevedere una ricettività superiore a 3.500 unità.
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