Il Tirreno

Versilia

Politica

Caos a Viareggio, la maggioranza perde tre pezzi: il sindaco verso le dimissioni

di Gabriele Buffoni

	Una seduta del consiglio comunale e il sindaco di Viareggio
Una seduta del consiglio comunale e il sindaco di Viareggio

Arriva lo strappo di Zappelli, Ricci e Bertolucci: passano al gruppo misto. Del Ghingaro si sfoga: «Si assumeranno la responsabilità del commissario»

3 MINUTI DI LETTURA





VIAREGGIO. Crolla la maggioranza a sostegno del primo cittadino Giorgio Del Ghingaro. Il capogruppo David Zappelli e i consiglieri Matteo Ricci e Silvia Bertolucci (quest’ultima in rappresentanza del partito Liberaldemocratico) hanno infatti annunciato la decisione di lasciare la maggioranza per entrare a far parte del gruppo misto. E ora il sindaco sembra prossimo a presentare le dimissioni: una decisione non ancora ufficializzata, ma che potrebbe arrivare già nella giornata di lunedì 20 ottobre.

È questo l’esito di una domenica di fuoco che ha fatto seguito all’ingresso in giunta come vicesindaco di Gabriele Tomei e alla “purga” di deleghe che ha visto vittime gli assessori Valter Alberici, Sandra Mei e Federico Pierucci.

I numeri non ci sono più

Una chat infuocata. «In assenza di maggioranza si va a casa e i tre consiglieri e i tre assessori si assumeranno la responsabilità di un nuovo commissariamento della città. Io non mi faccio ricattare da nessuno». Sarebbero queste le parole che il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro (che pure Il Tirreno oggi ha tentato, invano, di contattare) avrebbe rilasciato a 50News Versilia.

Uno sfogo che fa da culmine a una giornata segnata dal disfacimento definitivo della maggioranza a sostegno del primo cittadino in consiglio comunale. Una diaspora di tre consiglieri sufficiente a far crollare ogni tipo di equilibrio: se fino a oggi Del Ghingaro poteva contare sul margine di un solo voto, da oggi si ritroverebbe formalmente in minoranza, anche se tutti e tre i membri uscenti dalla maggioranza hanno dichiarato che voteranno «secondo coscienza» e «per il bene della città» i provvedimenti e gli atti proposti in consiglio comunale.

Le motivazioni

«Negli ultimi giorni abbiamo avuto la conferma che il sindaco di Viareggio agisce su solleciti del presidente della Fondazione Festival Puccini Fabrizio Miracolo: venerdì sera ha chiesto provvedimenti nei confronti di tre assessori e sabato mattino sono puntualmente arrivati. Ciò è inaccettabile». Non usano mezzi termini David Zappelli e Matteo Ricci nella nota congiunta in cui dichiarano di lasciare la maggioranza.

Il riferimento è chiaro e riguarda la scelta di punire gli assessori Alberici, Mei e Pierucci drenando le loro deleghe nella nuova figura di Tomei. Una decisione presa sabato senza consultarsi con nessuno della maggioranza, tanto che anche i diretti interessati lo hanno appreso attraverso la comunicazione arrivata via social. «È chiaro che la volontà del primo cittadino è quella di punire i tre assessori colpevoli, secondo alcuni e in primis Miracolo, di aver con noi resistito alle continue provocazioni degli ultimi mesi – proseguono Zappelli e Ricci – nonché di aver sostenuto la lista Casa Riformista alle ultime elezioni regionali. Assessori che in 10 anni hanno contribuito e rafforzato l’energia positiva dell’esperienza civica viareggina».

Lo scenario

Per avere la certezza di muoversi con la stessa libertà di prima, il sindaco dovrebbe ora cedere alle lusinghe del centrodestra dove alcuni consiglieri di Lega e Fratelli D’Italia già hanno apertamente dichiarato di essere pronti a “puntellarlo” fino alla fine del suo mandato. Ma in questo modo lo stesso Del Ghingaro verrebbe meno a quanto dichiarato nelle scorse settimane, quando affermò che sarebbe stato pronto a dare le dimissioni se fosse venuta meno la maggioranza che l’aveva sostenuto in questo suo mandato.

E ora?

Più probabile quindi che lo stesso Del Ghingaro – che attualmente dovrebbe risolvere anche i problemi di legittimità della giunta, che non ha donne a sufficienza a garantire il 40% di rappresentanza di genere – presenti spontaneamente le proprie dimissioni. In questo modo per il sindaco si aprirebbe un margine di 20 giorni di tempo per riconsiderare la sua decisione. Di fatto, un periodo utile anche per stringere accordi per formalizzare una nuova maggioranza con cui condurre a termine il mandato. L’alternativa è il commissario prefettizio e la chiamata alle urne alla prima data utile (presumibilmente, aprile 2026).

Primo piano
L’assalto

Sassi contro il pullman dei tifosi del Pistoia Basket: morto uno degli autisti. Il racconto choc: «Terribile»

di Tiziana Gori