Scontri a Pisa, identificati i primi ultrà: Daspo in arrivo. A rischio la trasferta di Milano
A breve la decisione per la sfida col Milan. Filmati al setaccio, intanto, per i tifosi coinvolti nella guerriglia prima della partita col Verona
PISA. Arrivano le prime identificazioni degli ultrà di Pisa e Hellas Verona che sabato 18 ottobre prima della partita si sono scontrati in via Piave. Sono circa una decina i tifosi veronesi che sono già stati individuati, grazie al confronto tra i filmati e le identificazioni effettuate dal vivo nei confronti dei supporter scaligeri, una volta separati dai pisani e isolati.
Si tratta dei pochissimi che erano a volto scoperto: saranno i primi a ricevere nei prossimi giorni la denuncia e il Daspo che vieterà loro l’accesso alle manifestazioni sportive per 5 anni, sanzione preannunciata dalla Questura per tutti coloro che hanno preso parte agli scontri. Anche coloro che erano a volto coperto, sia veronesi che pisani, a cui gli investigatori cercheranno di risalire dai video della guerriglia urbana che ha terrorizzato i residenti e acuito un allarme sicurezza già fatto scattare dai precedenti: il saluto fascista dei tifosi romanisti e soprattutto i tafferugli con quelli della Fiorentina.
Trasferta a rischio
In attesa di capire come verranno organizzati e gestiti i servizi di sicurezza in occasione di Pisa-Lazio, con l’arrivo in città degli ultrà di un’altra tifoseria “calda” e storicamente di estrema destra come quella dell’Hellas, i disordini di sabato cominciano a sortire i primi effetti.
La trasferta dei tifosi nerazzurri a San Siro per Milan-Pisa di venerdì sera, 24 ottobre, è infatti a rischio: ieri la vendita degli ultimi biglietti, sia online che fisica, è stata bloccata. In questi giorni l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del ministero dell’Interno deciderà se vietare la trasferta ai pisani. In caso affermativo, dovrà essere disposto il rimborso del costo del tagliando ai circa 4mila che lo avevano già acquistato. Un divieto che, nel solco della tolleranza zero adottata dalle autorità, potrebbe anche non essere il primo, col rischio che l’escalation di episodi costi alla tifoseria pisana una nuova fase da “lista nera”.
I nodi
Se a La Fontina il contatto tra i supporter viola e quelli di casa era stato sventato sul nascere, stavolta prima che le forze dell’ordine a presidio dell’area riuscissero a separare le due fazioni sono passati diversi minuti, in cui sono volate botte, aste di bandiere, transenne e mastelli per i rifiuti presi dal marciapiede. Due tifosi stranieri degli ospiti (un inglese e un francese) sono rimasti feriti, uno dei quali colpito alla testa è crollato a terra privo di conoscenza prima di essere soccorso e portato in ospedale.
Con l’aiuto dei “colleghi” fiorentini, con cui sono gemellati, i gruppi dell’Hellas sono arrivati in treno da Firenze alla stazione di San Rossore e da lì hanno puntato dritto a via Contessa Matilde. In molti si chiedono se in termini di organizzazione preventiva dei servizi di sicurezza sia stato fatto tutto il possibile. L’altro aspetto, eventualmente, è capire come arrivare più preparati ai prossimi appuntamenti.
Anche in considerazione del fatto che ormai sembra che le tifoserie di tutt’Italia stiano prendendo gusto nel provocare i pisani – quando va bene – eludendo il più possibile i controlli e presentandosi nella città della torre pendente diverse ore prima della partita. Se poi oltre a vietare ai pisani di andare in trasferta sarà impedito anche ai tifosi delle altre squadre di venire a Pisa, il problema sarà risolto alla radice. Ma certamente non sarà una vittoria per nessuno.