La tragedia
Carnevale di Viareggio, scoppia il caso manifesto: polemica sul "Burlabimbo" di Cooper che minaccia azioni legali
La Fondazione ai ferri corti con l'autore. Szorenyi: «Per ora nessuno si è fatto vivo. I diritti? Sono nostri»
VIAREGGIO. Qual è il manifesto ufficiale che promuove le sfilate del Carnevale di Viareggio del prossimo anno? Il Burlamacco fanciullo disegnato da Noah Cooper e già presentato a febbraio? Oppure la versione riveduta della storica locandina del 1931, che la Fondazione Carnevale ha mostrato durante la recente trasferta all’Expo di Osaka? O, chissà, un altro ancora? Interrogativi legittimi, allorché i legali dell’artista emiliano – all’anagrafe Gianluca Pergreffi – minacciano di andare per vie legali con la Fondazione, rea di aver deciso di sostituire il manifesto ufficiale e di diffidare Noah Cooper e il gallerista d’arte Federico Contini a vendere serigrafie che riportano il “Burlabimbo”, peraltro subito apprezzato dagli appassionati di Carnevale.
Che tirasse aria di tempesta lo si era già intuito nelle scorse settimane, quando lo stesso Contini aveva pubblicato un video sui social in cui mostrava le locandine portate dalla Fondazione durante la trasferta giapponese e si domandava polemicamente se l’ente presieduto da Marialina Marcucci non avesse proceduto – all’insaputa, a quanto pare, degli stessi Contini e Pergreffi – alla sostituzione del manifesto ufficiale. Ora, però, i due sarebbero pronti a fare causa alla Fondazione, con una possibile richiesta di risarcimento.
«Io spero che non si arrivi a tanto, ma nel caso non abbiamo paura di nulla – è la replica di Marco Szorenyi, vicepresidente del Cda della Fondazione Carnevale – sinceramente non capisco tutto questo pandemonio: non è la prima volta in cui viene prima presentato un manifesto ufficiale ed escono, poi, altre grafiche nel corso dell’anno». La mente corre subito al 2020, anno in cui l’artista Piero Figura realizzò un Burlamacco col vestito fatto di stoffe a righe e pois per l’edizione successiva: la Fondazione ripiegò successivamente sulla rielaborazione di un vecchio manifesto di Uberto Bonetti per promuovere le date del “Carnevale universale” che andò eccezionalmente in scena tra settembre e ottobre. Da lì in poi, la Fondazione era sempre andata a ripescare vecchi disegni editi o inediti poi sapientemente modificati. «Dipende un po’ da quello che si vuol fare e si vuol pubblicizzare, ed eventualmente si cambia» prosegue Szorenyi. Leggendo le parole dei legali di Contini e Pergreffi, la Fondazione avrebbe impedito all’artista di vendere serigrafie con l’immagine del Burlamacco bambino «di cui detiene senza ombra di dubbio i diritti di sfruttamento». In Cittadella, però, non sembrano pensarla affatto allo stesso modo.
«I diritti del Burlamacco sono nostri – precisa perentorio Szorenyi – non è possibile utilizzarlo a scopo di lucro se prima non c’è un accordo con la Fondazione, come del resto è già successo altre volte: siamo depositari di un marchio registrato e cerchiamo di regolamentarlo». I legali citano anche una delibera dello scorso 9 luglio in cui – il condizionale è nuovamente d’obbligo – la Fondazione avrebbe deciso di non utilizzare più l’opera di Noah Cooper come manifesto ufficiale: sarà effettivamente così? «Per me non è detto, vediamo cosa scriveranno i legali perché a noi non è arrivato ancora nulla – aggiunge Szorenyi – la locandina che abbiamo portato a Osaka era la copertina di una brochure. Abbiamo voluto solo portare un’immagine un po’ più classica per un pubblico “vergine”, diverso da quello che è abituato a vedere ogni anno il Carnevale: per questo ho trovato gratuita la polemica, e ci sono anche rimasto male di quel video che è girato sui social».
Ad ogni modo, la presidente Marcucci ha dichiarato che domenica 10 agosto, quando saranno svelati alla città i bozzetti dei carri e delle mascherate, potrebbero esserci ulteriori sorprese che possono riguardare – oppure no – anche il manifesto. «Potrebbe essere una sorpresa anche per noi – dice ridendo Szorenyi – perché al momento non sappiamo ancora nulla».
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