Tante alghe e puzza, nel mare tra Viareggio e Lido la situazione è critica
L’ira dei balneari: «Fossa dell’Abate invasa nel pieno della stagione turistica». E c’è il problema dell’olezzo causato dai pesci morti
VIAREGGIO. Rabbia dei balneari per le alghe che ristagnano nella Fossa dell’Abate e che, a seconda delle correnti, arrivano di fronte agli stabilimenti. Tra i bagnanti e a due passi dagli ombrelloni. Un problema che si presenta periodicamente, di estate in estate, senza un’apparente soluzione definitiva. Ma che negli ultimi giorni sta diventando sempre più pressante, anche perché la categoria chiede di togliere le alghe ma la procedura sembra troppo farraginosa.
Il disagio
Le alte temperature e l’acqua stagnante sono condizioni ideali nel garantire il rapido proliferarsi di queste alghe – organismi che si ancorano al fondo tramite lunghe e sottili radici – e quindi, ogni estate, in assenza di interventi dedicati è molto probabile incorrere in folte distese verdi lungo la Fossa dell’Abate. Questa situazione reca un disagio enorme ai titolari, dipendenti e clienti degli stabilimenti balneari della zona: oltre a essere uno spettacolo inestetico non da poco, le alghe, sebbene innocue per la salute umana, possono facilmente diffondersi nell’acqua del mare a seguito di una mareggiata o di un improvviso rialzo dell’acqua stagna della foce. Come se non bastasse, le alghe morte, rimanendo immerse nell’acqua putrida, a lungo andare causano odori poco gradevoli. Un’altra fonte di cattivo odore può essere la morte, in gran numero, di pesci che abitano il canale, a seguito di un drastico abbassamento dell’ossigenazione in acqua, causato da un eccessivo accumulo di alghe.
Le proteste
Secondo Monica Sodini, socia del bagno Aloha, «la situazione lungo la Fossa dell’Abate è diventata insostenibile. Il disagio che la mala gestione di questa zona causa a noi gestori è immenso; la clientela è stufa di dover sopportare quotidianamente questo scempio. Chiediamo, come minimo, interventi di bonifica più frequenti e vorremmo che venisse elaborato un piano di gestione della Fossa più efficiente di quello esistente». Pietro Guardi, titolare del bagno Lelia, ha contattato personalmente «il Consorzio di bonifica un paio di settimane fa, ma ancora non si è smosso nulla. La situazione è seria per tutti noi gestori di stabilimenti nei pressi della Fossa dell’Abate, i nostri clienti sono spesso costretti a fare il bagno immersi in queste alghe». Per Marco Daddio, presidente dei balneari di Lido, «la situazione non può andare avanti così. In giorni come questi, con affluenze turistiche altissime, non possiamo permetterci che l’acqua del mare, per altro splendida, venga invasa dal verde delle alghe. L’Arpat, quest’anno, non ha ancora mai vietato la balneazione, a testimonianza della pulizia della nostra acqua marina. Il protocollo d’azione tra le amministrazioni comunali e il Consorzio di bonifica, risalente al 2015, è obsoleto e favorisce lo scarico di responsabilità tra gli enti coinvolti nella pulizia della Fossa».
Il protocollo
In effetti nel 2015 venne concordato un piano di azione tra le amministrazioni comunali di Viareggio e Camaiore e il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord per la gestione del tratto della Fossa dell’Abate. Tale accordo prevede che il Consorzio si occupi, a sue spese, della rimozione delle alghe e che le depositi in appositi contenitori messi a disposizione dalle amministrazioni comunali. Da qui spetterà a queste ultime occuparsi dello smaltimento tramite le società di rifiuti presenti sul territorio. Nonostante questo accordo sia stato pensato, ai tempi, per superare le lungaggini burocratiche esistenti e responsabilizzare tutte le parti in causa, i gestori balneari della zona lamentano un servizio poco efficiente. È loro opinione che sia assolutamente necessaria una regolare manutenzione della Fossa. Evitando, ogni estate, il bisogno di interventi urgenti e tempestivi. Il Consorzio di bonifica, nella figura del presidente Ismaele Ridolfi, interrogato sulle tempistiche dei prossimi interventi, dichiara: «Attendiamo che, come da accordi presi, i Comuni interessati mettano gli scarrabili (contenitori, ndr) per la raccolta delle alghe. Dovrebbero essere portati all'inizio della settimana. Una volta che saranno installati gli scarrabili da parte dei Comuni noi partiremo con la rimozione delle alghe».
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