Il Governo pensa alle “aste” i balneari della Versilia tornano a mobilitarsi
Categoria riunita: «Soluzioni entro il 31 o si va in piazza»
VIAREGGIO. Parole, parole, parole, canta l’eterna Mina. A parole Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, assicura sostegno ai balneari nella questione Bolkestein; e sempre a parole, i balneari rispondono confermando la fiducia al Governo "amico". Ma in pentola bolle ben altro: un’inversione di marcia che porta dritti verso le famigerate aste delle spiagge. Da far partire subito per accontentare l’Unione Europea, e chiudere la procedura d’infrazione che riguarda l’irrisolto nodo delle concessioni demaniali.
La riunione al Marco Polo
«Se dovessi puntare i 5 euro della Lotteria Italia, li scommetterei sul fatto che il Governo ci aiuterà», dice Francesco Verona, presidente dei balneari di Marina di Pietrasanta. Verona era presente alla riunione che si è tenuta giovedì sera in un ristorante al Marco Polo. Qui una sessantina di balneari, arrivati anche da fuori Versilia, si sono dati appuntamento per decidere il da farsi. La fiducia nel Governo a trazione Fratelli d’Italia, votato in massa dalla categoria, viene messa alla prova dai retroscena che si rincorrono sul dibattito interno allo stesso Esecutivo. Dibattito che viene confermato da Riccardo Zucconi, deputato versiliese di Fdi e referente del partito per la questione Bolkestein: opinioni differenti, dice il parlamentare, su come gestire la patata bollente. Il ministro Raffaele Fitto, lo stesso che oltre 10 anni fa si tirò dietro la rabbia della categoria, perché aveva previsto le "aste" con punteggi che premiassero i concessionari uscenti, non ha cambiato opinione: visto e considerato che la durissima trattativa con l’Europa va portata in fondo, perché in ballo ci sono miliardi di euro, non si può sottilizzare sulla Bolkestein. Secondo Fitto - e non solo lui, pare - si va alle gare, sempre con meccanismi di tutela per gli imprenditori attuali. Zucconi si fa portavoce di una versione più morbida, con le gare che verrebbero bandite «solo per le concessioni post 2009, anno di entrata in vigore della direttiva Bolkestein», ricorda. In mezzo c’è Giorgia Meloni che deve fare la sintesi, ma una sintesi vera non c’è: una delle due strade deve essere presa. E da Palazzo Chigi gli spifferi che arrivano sul "riordino" della materia - così l’ha definito Meloni nella recente conferenza stampa - prevederà, appunto, la messa a gara delle concessioni. Con criteri, tra cui gli indennizzi, che alleggeriscano l’impatto sulle imprese attuali.
La presa di posizione
I balneari sono consapevoli che qualcosa non sta andando nella direzione gradita: perciò si sono riuniti a Viareggio con il proposito di tornare a mobilitarsi se necessario. Da quando il loro leader Emiliano Favilla ha messo da parte per sempre il megafono, la categoria si è un po’ acquetata. Confidando nella politica che ha promesso una soluzione chiara e senza mettere a gara le concessioni. In realtà non tutti i referenti politici dei balneari si sono schierati sulla linea del "No alle aste" senza se e senza ma: la legge sulla Concorrenza, approvata sotto il governo Draghi, è stata avallata anche da Umberto Buratti (Pd) e Massimo Mallegni (Forza Italia). Che avevano richiamato la categoria al buon senso, assicurando che la tempesta era meglio governarla piuttosto che esserne travolti. Nel caso in cui anche Fratelli d’Italia si dovesse spostare su questa linea, si creerebbe un corto circuito che riporterebbe in piazza la rabbia dei balneari. Pronti a tutto pur di non mollare il punto.
I tempi
Entro il 16 gennaio Palazzo Chigi dovrà rispondere al parere motivato che la Commissione europea ha inviato al nostro Paese nel novembre scorso. Parere che, ricordiamolo, contestava la mancata applicazione del diritto europeo, non solo della direttiva Bolkestein, e quindi aggravava la procedura d’infrazione. Nella riunione di giovedì sera i balneari si sono dati una scadenza: il 31 gennaio, in tempo per capire cosa farà il governo Meloni, e a quel punto reagire se necessario. «Se non ci sarà la soluzione definitiva - è la minaccia - torneremo in piazza». Di sicuro i nodi dovranno venire tutti al pettine: è impensabile che le concessioni, già allungate di un anno (fino al 31 dicembre 2024) possano ulteriormente essere rinnovate. Il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato di ambulanti ma con riferimento alle concessioni balneari, e le sentenze europee e nazionali sulla incompatibilità con le norme europee di ulteriori proroghe, hanno segnato il punto di non ritorno. Tra l’altro, si vocifera di ricorsi pronti contro i Comuni che non bandiscono le gare: tanto per cambiare, il caos.
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