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Viareggio, massacrato per avere difeso una ragazza molestata. La madre: «Un ragazzo solidale, ecco il risultato»

Viareggio, massacrato per avere difeso una ragazza molestata. La madre: «Un ragazzo solidale, ecco il risultato»<br type="_moz" />

Il 33enne aveva difeso una donna molestata da due uomini. La testa in una pozza di sangue, sfondata la base dell'orbita: ricucito con 37 punti

30 dicembre 2023
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VIAREGGIO. Un giovane uomo «educato a essere solidale»: è il ritratto – nelle parole della madre – del 33enne brutalmente aggredito in via Battisti, sotto il Municipio, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, nelle parole della madre. Che, al telefono con il Tirreno, aggiunge con infinita amarezza: «Avere educato i figli a essere solidali, ed ecco il risultato». Un “risultato” con il quale la vittima dell’aggressione e la sua famiglia fanno i conti da quella notte, quando il 33enne si risveglia «a terra, in una pozza di sangue», prosegue il racconto della madre, «e alle 2, 07 chiama da solo l’ambulanza».

Di quanto accaduto nei momenti precedenti, il giovane uomo «non ricorda niente». Se non la scena che ha attirato la sua attenzione mentre stava facendo rientro a casa a piedi: «Una ragazza piangeva mentre due persone, entrambe giovani, stavano litigando tra di loro in maniera molto pesante». Appena il tempo di non voltarsi dall’altra parte e, invece, avvicinarsi al terzetto per cercare di intervenire la lite, o quantomeno fare qualcosa per la ragazza in lacrime «che si è ritrovato colpito e buttato a terra».

Nell’impatto con il suolo, l’aggredito è svenuto. Buio totale fino a quando si è risvegliato «con la testa in una pozza di sangue» per poi chiamare soccorso. «Se qualcuno è passato di lì mentre mio figlio era svenuto», continua il racconto della madre, «di sicuro non ha fatto niente per aiutarlo e neppure per chiamare i soccorsi, neanche con una telefonata anonima».

Una volta che il ferito è arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale Versilia, è stato subito chiaro che il problema fisico più importante derivante dall’aggressione era a un occhio: «I medici hanno dovuto togliere delle schegge di vetro da un occhio e mio figlio è stato operato in chirurgia oculistica. Trentasette i punti che gli hanno dato». Il ferito, sottolinea la madre, «non ricorda se sia stato colpito con una bottiglia di vetro, perché l’aggressione è stata davvero repentina. È bastato un attimo».

Sta di fatto che i vetri nell’occhio c’erano. E non è neppure l’aspetto peggiore delle condizioni sanitarie della vittima dell’aggressione, come sottolinea la madre: «Mio figlio è stato dimesso dall’ospedale Versilia, ma solo per essere portato nel reparto di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale di Cisanello, a Pisa». I colpi ricevuti, infatti, hanno provocato «lo sfondamento della base dell’orbita» e c’è stata dunque necessità «di una ricostruzione».

Sono stati giorni carichi di ansia, fino a quando i medici non hanno assicurato la famiglia che il giovane uomo non avrebbe riportato conseguenze relativamente alla propria capacità visiva. «Dal Pronto soccorso dell’ospedale Versilia è uscito con 30 giorni di referto», racconta la donna, «e adesso, dopo la ricostruzione a Pisa ha una visita di controllo il 5 gennaio».

Gli inquirenti (le indagini sono nelle mani della polizia di Stato) stanno lavorando a mettere insieme quante più immagini disponibili delle poche telecamere presenti in una zona che è centrale. Dalla polizia arriva l’appello alla ragazza, presente sia al momento della lite che quando l’aggressione si è consumata: si faccia avanti affinché quanto accaduto non rimanga impunito. «Persone che si comportano con tanta violenza», la considerazione della madre della vittima dell’aggressione «possono ripetere in qualsiasi momento un atto così violento». l


 

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