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La storia

Don Tigli, 60 anni di sacerdozio e lo sguardo attento ai giovani

di Barbara Antoni
Don Tigli, 60 anni di sacerdozio e lo sguardo attento ai giovani

Viareggio, dal 17 al 19 marzo la Ss. Annunziata, di cui è rettore, lo celebra e fa festa per lui

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VIAREGGIO. «Mi fanno grande tenerezza gli adolescenti. Li vedo forti, pronti ad affacciarsi alla vita, ma sprovvisti di orientamento. Credo che abbiano bisogno di riscoprire il senso educativo della chiesa e della famiglia». Don Antonio Tigli parla del mondo di oggi con la visione lucida di un educatore, di un grande conoscitore delle persone. Viareggino, rettore della parrocchia della Ss Annunziata, il 17 marzo celebrerà i suoi sessant’anni di sacerdozio. Una vita piena la sua, sempre attraversata percorrendo la via della fede, dell’ascolto del prossimo, soprattutto dei giovani. I suoi ottantacinque anni sono solo un dato anagrafico: don Antonio ha mantenuto vivacità e brillantezza. E sorriso.

Nato il 30 gennaio del 1938 a Viareggio, fu ordinato sacerdote il 17 marzo del 1963 in San Paolino. «Avevo 25 anni, ed era l’età giusta. All’epoca a 25 anni del resto se una ragazza non si sposava rimaneva zitella – sorride –. Io ho dedicato la mia vita al Signore». La prima esperienza come parroco fu a Bozzano, «il primo luogo dove mi sono sentito bene, con tanti amici». Poi a Lucca come vice parroco di Sant’Anna (dal ’70 al ’76); in quel periodo insegnava anche religione al liceo Vallisneri ed era assistente diocesano per Azione Cattolica. Quest’ultimo incarico lo portò, dal ’76 all’83, a Roma, ancora in Azione Cattolica. «Il mio compito era formare i sacerdoti che si occupavano di educatori – racconta –; è stata un’esperienza molto ricca, ho incontrato molte persone e sono stato vicino a due papi, Paolo Vi e Giovanni Paolo II».

Dall’83 al ’96 è parroco di nuovo a Lucca (San Marco). «In quel periodo ho imparato a conoscere la storia di Lucca, i suoi abitanti. Ero un adulto giovane e mi sono impegnato nella promozione dell’apostolato soprattutto fra i giovani e le famiglie». Dal ’95 al 2005 è rettore al seminario arcivescovile di Monte San Quirico e successivamente, fino al 2020, parroco di San Giovanni Bosco a Viareggio, dove «non ho dato sfogo alla mia iperattività ma ho cercato di mettere a fuoco cose più importanti della vita di comunità». Dal 2020 è rettore alla Santissima Annunziata, dove dice ancora messa. Andare in pensione? «No – scuote il capo – finché Dio mi darà la possibilità».

Al centro della vita, la Parola di Dio, la vicinanza costante alle persone più bisognose anche attraverso la Caritas. «Vivo in una comunità di anziani – spiega don Antonio – ai quali mi dedico. Ma trascorro la maggior parte della giornata alla Santissima Annunziata, per le confessioni, i colloqui spirituali. Scrivo le mie memorie, forse diventeranno un libro. Intanto sono un diario dettagliato: visto che ricordo bene tutti i passaggi, vorrei lasciarlo ai mie nipoti».

E guardando a ritroso la sua vita si dice «contento di aver fatto questa scelta, non dipesa dai miei familiari o da preti belli che ho incontrato. Ho vissuto vicende belle e brutte, come quando ero a Roma: proprio in quel periodo ci furono l’assassinio di Moro e Bachelet. Si può essere preti per sessant’anni, con sbagli e tentennamenti, tentazioni di fuga, ma poi si torna alla casa paterna: l’acqua buona e pura te la dà solo il padre di famiglia».

«Ho riposto sempre molta fiducia nei giovani – aggiunge don Tigli - e avuto simpatia soprattutto per gli erranti, quelli che non ce la facevano. Ricordo tanti colloqui con giovani omosessuali qui a Viareggio: ho sempre lasciato aperto un varco, invitandoli a non chiudere con la Chiesa. C’è sempre posto nel cuore di Dio».

Per tre giorni la Ss Annunziata farà festa per lui. Venerdì 17 marzo alle 18, sabato 18 marzo alle 17 e domenica 19 marzo alle 10, don Tigli celebrerà tre messe; la domenica al termine della funzione ci sarà un momento di convivialità sulla piazza della Chiesa. Al suo fianco i parroci di Cristo Re a Lido, di San Paolino e San Giovanni Bosco a Viareggio, di Santa Maria Assunta alla Migliarina, di Bozzano, di Sant’Anna e San Marco a Lucca.


 

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