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Carnevale di Viareggio: giochi di luce mozzafiato, il corso di notte è una magia

di Simone Pierotti
Carnevale di Viareggio: giochi di luce mozzafiato, il corso di notte è una magia

Tutti i carristi sono riusciti a valorizzare al meglio le loro costruzioni proponendo uno spettacolo che è stato davvero emozionante

17 febbraio 2023
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VIAREGGIO. Non vorremmo suonare blasfemi né mancare di rispetto ai cattolici praticanti – sia mai -, però per gli amanti del Carnevale quella iniziata con il Giovedì Grasso è una sorta di settimana santa. Ieri il terzo corso mascherato, interamente in notturna, oggi l’inizio delle cinque sere consecutive del Carnevaldarsena in via Coppino, con quella finale subito dopo la sfilata del Martedì Grasso. E in mezzo c’è un altro corso mascherato, quello di domenica. Una travolgente frenesia, volendo citare un libro sulla storia del Carnevale. E come nella semana santa di Siviglia i fedeli seguono la processione in notturna dei baldacchini illuminati, così a Viareggio i devoti a Burlamacco hanno partecipato alla sfilata dei carri tra luci ed effetti speciali dopo l’ora del tramonto.
Non stileremo una classifica delle costruzioni più belle all’imbrunire: ci limiteremo a evidenziare le scelte fatte dai maghi della cartapesta per le loro creature. Tra occhi di bue – no, non le delizie che si trovano nelle pasticcerie... –, teste mobili, sparkular e luci cangianti ormai siamo abituati a tutto, al Carnevale di Viareggio. Eppure, questo spettacolo riesce ogni volta a emozionarci, che poi è l'elisir di lunga vita di una festa che va avanti da 150 anni. La curiosità è che le lampadine sono ormai diventate parte integrante di una costruzione assieme a cartapesta, ferro e legno.
Ci sono i bulbi dello specchio da camerino che illuminano il clown dei Lebigre-Roger, la luce fredda dei cappelli delle maschere di Roberto Vannucci, i lampioni (veri) che cingono il Pulcinella di Luciano Tomei e Antonino Croci. Ogni carro ha le sue peculiarità: su quello di Fabrizio e Valentina Galli baluginano nel buio i cuori dei pierrot e le luci azzurre dei propulsori dell'astronave guidata da Burlamacco, illuminato dal basso come se fosse una scultura nella penombra di una galleria d'arte.
Luca Bertozzi ci porta idealmente in campagna con le catene luminose tra i filari delle vigne che ritroviamo nelle cene all'interno di tenute e aziende agricole, mentre il carrozzone di Jacopo Allegrucci e gli alberi della cuccagna ci ricordano proprio le processioni religiose con una stupenda luminara.
Chi sembra mettersi ulteriormente in mostra con il favore delle tenebre è Alessandro Avanzini: fasci di luce verde e sparkular simulano proiettili ed esplosioni nella sua allegoria contro le guerre.
I fratelli Cinquini puntano luci statiche, dinamiche e occhio di bue sul loro imponente gorilla, mentre alcune teste mobili fanno scintillante alle sue spalle il palazzo di vetro dell'Onu. E poi ci sono i riflettori rossi e gialli che conferiscono un aspetto demoniaco al Baron Samedi di Luigi Bonetti, con tanti giochi di luce che creano un'atmosfera davvero da paura.
I dettagli sono tutto, tant'è che sono illuminati pure gli accessori. E che dire, poi, delle spade laser dei cavalieri Jedi del carro di Marzia Etna e Matteo Lamanuzzi? Sembra di stare sul set di “Star wars”.
Sulla costruzione di Priscilla Borri brillano non solo la corona di Elon Musk o la slot machine, ma pure le tutine attillate di alcuni figuranti e le maschere da alieni di “Mars attacks!”.
Carlo Lombardi fa sapientemente risaltare i bellissimi tarocchi e la scala ricca di mascheroni con una catena luminosa, non deludono i fratelli Alessandro e Massimo Breschi lasciando quando al buio quando sotto i riflettori il loro mostro.
Il Carnevale di notte: un fascino senza tempo dal 1967, anno in cui vennero introdotte le sfilate serali. Fu validissima intuizione. Ed è bene che resista ancora oggi.

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