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Strage di Viareggio, Moretti non rinuncia alla prescrizione. I familiari delle vittime: "Vergogna"

Mauro Moretti
Mauro Moretti

Lo ha detto lo stesso ex ad di Ferrovie alla corte di Firenze. Il processo di Appello-bis slitta di un mese per la mancata traduzione della sentenza in tedesco

07 marzo 2022
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FIRENZE. "Non rinuncio". Con solo due parole, pronunciate con un fil di voce, l'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti ha dichiarato di non voler rinunciare alla prescrizione nel processo di appello-bis per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009 che causò 32 morti e ingenti danni materiali. Un cambio di strategia difensiva netto, visto che Moretti aveva finora sostenuto di non volersene avvalere. Ma ora, dicendo di tenerla per la prima volta, scattano meccanismi legali per cui cade per lui l'accusa di omicidio colposo plurimo, mentre restano in piedi quelle di disastro ferroviario, incendio colposo e lesioni colpose. La dichiarazione di Moretti è stata in risposta a una domanda dei giudici della corte d'appello di Firenze. Frase brevissima che ha suscitato la proteste dei familiari. A fine udienza in tanti si sono avvicinati al banco dove lui era seduto ripetendo ad alta voce: 'Vergogna!'. Il manager si è allontanato dall'aula seguito da un applauso polemico. Il suo difensore, l'avvocato Ambra Giovene, ha affrontato i parenti. "Io piango mia figlia - ha detto rivolta a lei Daniela Rombi, vicepresidente dell'associazione 'Il mondo che vorrei' che riunisce familiari delle vittime -, dovete stare tutti zitti, è una vergogna, lui è il capo, è stato condannato e ora non rinuncia alla prescrizione".

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Dopo un vero e proprio 'faccia a faccia' col legale i familiari si sono allontanati. "Incomprensibile - ha poi dichiarato l'avvocato Giovene - la reazione dei familiari verso Moretti. E' l'unico che ha rinunciato alla prescrizione in appello per l'incendio colposo e per le lesioni personali. Oggi accettando la prescrizione per l'omicidio colposo viene a trovarsi nella identica posizione degli altri imputati. Capisco lo strazio dei familiari - ha aggiunto -, spiace però che questo strazio abbia trovato sfogo in aula, non appena la corte si è ritirata, con offese verso l'ingegner Moretti e la ricerca di uno scontro diretto col suo difensore".

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Nel primo appello Moretti aveva rinunciato alla prescrizione ed era stato condannato a 7 anni, conferma del primo grado. La Cassazione, annullando con rinvio la sentenza, aveva stabilito che Moretti dovesse specificare nuovamente nell'appello bis l'intenzione di rinunciare o meno alla prescrizione, dal momento che vi aveva rinunciato prima che cadesse in prescrizione il reato di omicidio colposo plurimo, poi venuto meno per la caduta dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Sono 16 gli imputati coinvolti nell'appello-bis, che oggi alla prima udienza ha subito uno stop con rinvio al 7 aprile.

Il motivo è la mancata traduzione in tedesco, madrelingua di alcuni imputati, delle motivazioni della sentenza della Cassazione. Dopo camera di consiglio la corte ha disposto il rinvio dell'udienza accogliendo un'istanza presentata in merito dai legali dei tedeschi. I giudici hanno disposto la traduzione della sentenza solo per le parti che riguardano gli imputati tedeschi (159 pagine). Se ne occuperà l'interprete di lingua tedesca in aula, che dovrà depositare la traduzione entro il 17 marzo 2022. La corte accogliendo l'istanza di traduzione dei difensori ha però respinto l'eccezione di nullità del decreto di citazione a giudizio, che resta con piena efficacia. 

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