MANCA SOLO l’UFFICIALITÁ
Sarà Davini il nuovo presidente del Parco Apuane
SERAVEZZA. A renderlo noto è stato Riccardo Tarabella, presidente della Comunità di Parco (e sindaco di Seravezza), durante la seduta che si è riunita venerdì scorso. «In base alle ultime notizie che...
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SERAVEZZA. A renderlo noto è stato Riccardo Tarabella, presidente della Comunità di Parco (e sindaco di Seravezza), durante la seduta che si è riunita venerdì scorso. «In base alle ultime notizie che abbiamo, Enrico Rossi ha scelto Domenico Davini come prossimo presidente del Parco delle Apuane». Per qualche sindaco presente a Palazzo Rossetti a Seravezza è stata una vittoria. Per altri – soprattutto quelli dell’area Massa Carrara – una doccia fredda. Ma a quanto pare il governatore avrebbe già dato incarico agli uffici della Regione di preparare il decreto per la nomina.
Domenico Davini, ex sindaco (per quattro mandati) di Minucciano, architetto libero professionista e politico di area Pd, guiderà dunque per i prossimi 4 anni il Parco delle Apuane. D’altronde il suo nome era uscito dalle designazioni della Comunità di Parco come favorito: 48mila quote, votato da tutti i comuni di Lucca (eccetto Gallicano), contro le circa 22 mila di Alberto Putamorsi sostenuto da tutta la provincia apuana, eccetto il comune di Massa.
Dopo 5 mesi di commissariamento di Putamorsi così il Parco tornerà ad avere un organo direttivo. E qualche sindaco commenta con un “finalmente”. È il aindaco di Stazzema Maurizio Verona. Il cui comune è tra quelli che si estende di più nell’area protetta. «Questa nomina arriverà comunque in ritardo – dice Verona – era ora che il Parco avesse gli organi designati dalla Comunità: un presidente e il consiglio direttivo. Non aveva senso andare avanti con un commissariamento quando c’erano tutti i presupposti per decretare le nomine. Stavamo già subendo il pressing dei diretti interessati, come il settore venatorio, e dalle economie locali o per esigenze edilizie: questo tessuto ha bisogno di dialogare con chi è delegato a fare le politiche ambientali del Parco».
Per Rossi è stata una scelta travagliata. Di mezzo c’è stata la spaccatura dei comuni, divisi fra i due nominativi. Poi la rottura dello stesso Rossi col Pd. Infine, la candidata Riccarda Bezzi che a sorpresa – nonostante fosse la preferita di Rossi – si è ritirata.
Ora si attendono i commenti delle associazioni ambientaliste, che quasi sicuramente non saranno soddisfatte. All’indomani delle designazioni, a fine gennaio, Davini aveva dichiarato: «Mi piacerebbe riuscire a partorire un ente che non sia tutti i giorni bersaglio di ambientalisti o imprenditori e trovare un equilibrio per soddisfare le esigenze di tutti». Ma aveva anche aggiunto: «Non sono la persona che chiedevano gli ambientalisti, che da sempre (giustamente dal loro punto di vista) vorrebbero fosse dato un taglio ambientale al Parco. Ma dimenticano che questo è un Parco sui generis: c’è un’attività che male si riesce a conciliare con le politiche ambientali più strette». (t.b.g.)
Domenico Davini, ex sindaco (per quattro mandati) di Minucciano, architetto libero professionista e politico di area Pd, guiderà dunque per i prossimi 4 anni il Parco delle Apuane. D’altronde il suo nome era uscito dalle designazioni della Comunità di Parco come favorito: 48mila quote, votato da tutti i comuni di Lucca (eccetto Gallicano), contro le circa 22 mila di Alberto Putamorsi sostenuto da tutta la provincia apuana, eccetto il comune di Massa.
Dopo 5 mesi di commissariamento di Putamorsi così il Parco tornerà ad avere un organo direttivo. E qualche sindaco commenta con un “finalmente”. È il aindaco di Stazzema Maurizio Verona. Il cui comune è tra quelli che si estende di più nell’area protetta. «Questa nomina arriverà comunque in ritardo – dice Verona – era ora che il Parco avesse gli organi designati dalla Comunità: un presidente e il consiglio direttivo. Non aveva senso andare avanti con un commissariamento quando c’erano tutti i presupposti per decretare le nomine. Stavamo già subendo il pressing dei diretti interessati, come il settore venatorio, e dalle economie locali o per esigenze edilizie: questo tessuto ha bisogno di dialogare con chi è delegato a fare le politiche ambientali del Parco».
Per Rossi è stata una scelta travagliata. Di mezzo c’è stata la spaccatura dei comuni, divisi fra i due nominativi. Poi la rottura dello stesso Rossi col Pd. Infine, la candidata Riccarda Bezzi che a sorpresa – nonostante fosse la preferita di Rossi – si è ritirata.
Ora si attendono i commenti delle associazioni ambientaliste, che quasi sicuramente non saranno soddisfatte. All’indomani delle designazioni, a fine gennaio, Davini aveva dichiarato: «Mi piacerebbe riuscire a partorire un ente che non sia tutti i giorni bersaglio di ambientalisti o imprenditori e trovare un equilibrio per soddisfare le esigenze di tutti». Ma aveva anche aggiunto: «Non sono la persona che chiedevano gli ambientalisti, che da sempre (giustamente dal loro punto di vista) vorrebbero fosse dato un taglio ambientale al Parco. Ma dimenticano che questo è un Parco sui generis: c’è un’attività che male si riesce a conciliare con le politiche ambientali più strette». (t.b.g.)