Critiche dal Parco al servizio sui lupi di Striscia la notizia
Il riferimento è al servizio del telegiornale satirico, firmato da Edoardo Stoppa, andato in onda l’8 febbraio
SERAVEZZA. «I biologi Paola Fazzi e Marco Lucchesi si sentono in dovere verso il gran numero di persone che sono state presenti agli incontri sul lupo tenuti nelle province di Massa e Lucca negli ultimi anni di manifestare il loro dissenso per questo tipo di giornalismo». Il riferimento dei due biologi è al servizio di Striscia la Notizia, firmato da Edoardo Stoppa, andato in onda l’8 febbraio. Vi si parla del ripopolamento del lupo, secondo Stoppa «reintrodotto con una serie di progetti» ad hoc. Mentre i due biologi, che hanno lavorato a lungo con il Parco della Alpi Apuane al monitoraggio del lupo nell’area protetta, sostengono che il servizio contiene «affermazioni sbagliate, e inesattezze».
Il servizio di Canale 5 fa riferimento al fatto che il lupo appenninico sarebbe stato “reintrodotto” in molte aree, con finanziamenti di Regioni, Stato, Unione Europea e associazioni. Il servizio tv si fa forza dell’intervista a Roberto Salvini, consigliere regionale toscano, che introduce anche la problematica dell’ibridazione con lupi provenienti da altri territori e continenti, specificando «fantomatiche cifre spese», dicono i due biologi.
VIDEO: IL SERVIZIO DI STRISCIA LA NOTIZIA
Il consigliere regionale parla di 12 milioni spesi dalla Toscana e da 1,7 a 2 milioni spesi dall'Unione europea per progetti tesi a reintrodurre il lupo e poi farlo ibridare. «Non esiste - dicono Paola Fazzi e Marco Lucchesi - e non è mai esistito alcun progetto di reintroduzione della specie in Italia, il lupo è tornato a ricolonizzare spontaneamente Appennino e parte delle Alpi dal momento che dal 1971 non è più cacciato e, da fine anni '80, tutta una serie di aree protette sono state istituite, in particolare nell’Appennino, costituendo di fatto delle zone tutelate dalle quali la specie si è diffusa». Inoltre i finanziamenti di Regioni e molti parchi, oltre che dell’Unione europea, sono finalizzati a ricerche e operazioni di monitoraggio sulla specie e «azioni tese a minimizzare il conflitto con gli allevatori. Attualmente in Toscana sono in corso due progetti finanziati dall’Unione Europea: il Life Mirco, insieme all’Emilia Romagna, per minimizzare il fenomeno dell’ibridazione, e il Life Medwolf, per introdurre buone pratiche di gestione degli allevamenti, in particolare ovi-caprini, cosicché la presenza del lupo non diventi per l’allevatore un danno insostenibile». (t.b.g.)