Se vai al lavoro in bici il Comune ti dà fino a 600 euro
Ecco come aderire al progetto di Massarosa, primo in Italia, per favorire la riduzione dell’uso dell’automobile
MASSAROSA. Ci guadagna la salute, il traffico, l’ambiente e il portafoglio. Ecco perché si dovrebbe scegliere la bici piuttosto che l'auto per andare a lavoro. Ma se il risparmio del carburante non è abbastanza, ci pensa il Comune a dare un incentivo in più, e non certo briciole: fino a 600 euro l'anno.
Il progetto, denominato “Bike to Work”, è il primo esperimento del genere a livello nazionale. Viene finanziato (per un importo totale, nel primo anno, di 30.000 euro) con la parte degli incassi delle multe che, per legge, dovrebbe essere destinato alla sicurezza stradale. E a Massarosa, anzichè decidere di fare un marciapiede, o di mettere un cartello nuovo, con quei soldi si cercadi “spostare” automobilisti dalla Sarzanese alla piste, trasformandoli in ciclisti. Per aderire ci sarà un bando che sarà pubblicato entro una decina di giorni. Saranno 50, in questa prima fase, i lavoratori che potranno aderire al progetto, i primi 50 che presenteranno domanda in Comune.
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Attraverso un'applicazione installata sullo smartphone saranno conteggiati i chilometri percorsi da casa a lavoro (o da casa alla stazione ferroviaria) e ritorno, anche se il percorso parte da Massarosa e si conclude in un Comune limitrofo. Ogni sei mesi il Comune erogherà (dopo aver verificato che non si bari utilizzando l'auto o facendo volontariamente il “giro largo” da casa a lavoro) 25 centesimi ogni chilometro percorso, con un tetto massimo giornaliero di 6 euro e mensile di 50 euro. In altre parole 300 euro ogni sei mesi. I soldi per una piccola vacanza, o per una spesa extra, in fondo all'anno. E tutto ottenuto solo pedalando da casa al posto di lavoro.
A presentare il progetto il sindaco Franco Mungai assieme al direttore generale Luca Canessa, l'assessore alla mobilità lenta Stefano Natali e ai vertici di Fiab (federazione amici della bicicletta) che hanno fattivamente collaborato alla stesura del regolamento e del bando. «Si tratta di un attenzione verso la mobilità lenta - ha rimarcato Mungai - che parte da lontano: dalla istituzione delle zone 30 alla creazione di due piste ciclabili, dalla pulizia delle strade bianche al servizio di bike sharing presso la Municipale». «Bike to work - ha aggiunto Natali - offrirà incentivi al cittadino per assicurare allo stesso tempo una migliore vivibilità del territorio, meno traffico sulle strade, rispetto dell'ambiente, attenzione dal punto di vista sanitario».
Poche le certificazioni e dichiarazioni richieste al cittadino: in sostanza si deve dimostrare di essere in buona salute, di avere un bici omologata secondo il Codice della Strada (occorrono ad esempio i fari davanti e dietro): vale sia per le bici classiche a pedale che per quelle elettriche o con pedalata assistita. Paletti, infine, per quanto riguarda la provenienza del lavoratore: non saranno ammessi più di 10 lavoratori della stessa ditta, e allo stesso tempo non sarà ammesso più del 10% tra i dipendenti comunali che presenteranno domanda di adesione.