Roma, 29 ago. (Adnkronos) - "Caivano non è lontano da Napoli e neppure da Roma, ma è lontanissimo dallo Stato italiano. È la condizione in cui rischiano di precipitare centinaia di altre periferie delle aree metropolitane. La violenza subita da due ragazzine, e risparmiamoci una buona volta le aggettivazioni iperboliche che nulla aggiungono a una tragedia sociale, è figlia non dei modelli culturali sbagliati, ma dell’assenza di un qualsiasi modello. Manca il lavoro, mancano le famiglie, mancano gli spazi della socialità, mancano luoghi sociali di aggregazione e modelli validi riferimento, e si pensa di colmare tutti questi vuoti scaricando ogni responsabilità sulle poche scuole frequentate in percentuali irrisorie dai ragazzi". Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione e vicepresidente della commissione d'inchiesta sulle periferie. "La presidente Meloni si chieda, visitando quei luoghi, se a Caivano stanno aspettando il taglio del cuneo fiscale per uscire dalla condizione di reietti sociali che gli è stata costruita attorno da quelle stesse autorità che dovrebbero promuoverne il riscatto. O se, invece, aspettano l’apertura di ambulatori della Asl per il recupero dalla tossicodipendenza, e l’apertura di spazi sociali con operatori preparati, di biblioteche e di scuole di formazione professionale. Se, insomma, non sia il tessuto connettivo di una società che porti le persone fuori dalla condizione di isolamento il vero impegno finanziario di uno Stato che abbia a cuore i suoi cittadini", conclude.